All’indomani dell’impegno europeo del Napoli in casa del Leicester (un galvanizzante 2-2 in rimonta degli uomini di Spalletti), interrogando i motori di ricerca sull’argomento ultras, la rassegna stampa finisce per essere quasi interamente monopolizzata dagli scontri che hanno visti coinvolti appunto gli ultras napoletani in Inghilterra. Ne parlano varie testate, fra cui “SpazioNapoli” (http://ow.ly/7XC550GbAq9) in maniera anche abbastanza neutra. Gli scontri si sono verificati in due distinte occasioni, prima della gara, all’esterno dello stadio, e verso la fine dell’incontro, all’interno dell’impianto di gioco. Secondo “Il Napolista” (http://ow.ly/LB6850GbAy5) causa scatenante, almeno all’interno, sarebbe stato un lancio di bottigliette fra i diversi settori, che hanno portato prima a fugaci corpo a corpo fra tifosi e poi a schermaglie fra gli stessi tifosi napoletani e la polizia inglese intervenuta a schermare i contendenti. Per i più morbosi, fra le diverse testate ce ne sono anche diverse che ripropongono i video che, per forza di cose, ci esimiamo dal rilanciare. Immancabili, fra le notizie del giorno dopo (http://ow.ly/4dRt50GbHZ7) anche quelle relative agli arresti: per ora si parla di 12 italiani fermati dopo gli scontri e si ipotizzano ulteriori provvedimenti. Vedremo nelle prossime ore…

L’altra notizia che ha dominato l’attenzione già dal giorno precedente, è quella relativa alla presenza di Antonino Speziale con gli ultras catanesi a Catanzaro. Per ricostruire brevemente la vicenda, affidandoci ad una testata come “Il Riformista” (http://ow.ly/SqBh50GbB2i), per sua natura garantista quando si parla di diritti dei detenuti, Speziale sarebbe stato appunto riconosciuto fra i catanesi presenti in trasferta a Catanzaro. In tale occasione, contrariamente a quanto riportato da un po’ tutti i media, gli ultras siciliani non avrebbero affatto “tentato di entrare ugualmente allo stadio”. Bensì, come affermato anche con un proprio comunicato e come già fatto in altre partite di questa stagione, hanno voluto solamente esporre lo striscione “Curva Nord Catania” come testimonianza simbolica della propria vicinanza alla squadra. Esattamente come a Vibo Valentia dove, dopo aver esposto uno striscione (http://ow.ly/amWt50GbFHs), sono tranquillamente tornati a casa. Incuranti dei km fatti, dei soldi spesi e della partita non vista. A differenza dell’allora contestazione alla tessera del tifoso, in questo frangente le tifoserie non hanno intrapreso la strada dell’ingresso beffardo in altri settori o sfruttando i buchi fra le maglie del sistema. Visto che ci si muove tangenti ad un discorso delicato come quello dell’emergenza sanitaria, con le relative restrizioni che hanno interessato non solo lo stadio ma un po’ tutta la società, seppur in forme diverse e non sempre serenamente accettate da tutti, questa volta la posizione del mondo del tifo è un po’ meno sfumata: molto semplicemente c’è chi ha deciso di entrare e chi no. La Curva Nord Catania ha deciso di non entrare, ma senza rinunciare ad esporre la propria visione su delle normative che lasciano discutere proprio perché non uniformi nella loro applicazione. Sarebbe forse più interessante la lettura di questo dato, che non la presenza o meno di Antonino Speziale, noto alle cronache per la condanna ad 8 anni ed 8 mesi per la morte dell’Ispettore di polizia Filippo Raciti. Senza rimestare su tutti i punti oscuri di un processo che non è mai riuscito a dipanare “ogni ragionevole dubbio”; senza ripetere che il condannato, da subito e fino alla fine, s’è sempre dichiarato innocente; di sicuro Speziale la sua condanna se l’è fatta fino all’ultimo giorno, senza sconti di sorta, e quindi oggi – Costituzione alla mano – è un uomo libero. Che ha pagato il suo debito con la Giustizia. Un uomo che dovrebbe ritenersi, almeno in via teorica, reintegrato nella società. Invece, a margine di quella presenza, a seguito di un controllo di routine senza contestazioni di reato, s’è alzato l’immancabile latrare di polemiche non di certo disinteressate o eque (http://ow.ly/nS9S50GbAZC). Polemiche e parole gravissime se si pensa che, per la maggior parte, provengono dal mondo della polizia che contesta leggi che dovrebbero servire e che dimostrano palesemente di non conoscere: che pene accessorie invocano o sarebbero previste per una persona che ha già scontato Daspo e detenzione? Emblematica, per quanto volutamente provocatoria, la risposta dell’avvocato Lipera (http://ow.ly/HbAN50GbAXp), legale di Speziale: a questo punto reintroduciamo la pena di morte. A questo punto uccidiamolo, come forse stiamo già facendo ostacolando ad ogni piè sospinto il suo già difficile reintegro sociale. La realtà è che sotto la bella retorica garantista o la sua cattolica pietà di facciata, questo è un paese con la bava alla bocca, giustizialista se non addirittura forcaiolo. Chiaramente solo quando gli imputati non possono vantare legittimi impedimenti, distrazioni di capitali milionari o fallimenti d’industria che affamano centinaia di famiglie. Chi esercita il monopolio della violenza, grossomodo esercita anche il monopolio della legge. Non si può dunque andare troppo per il sottile con chi questi monopoli deve subirli per subalternità economico-sociale. Sono sicuramente colpevoli? Sono davvero innocenti? Poco importa la giustizia, quando un capro espiatorio è molto più semplice e comodo.

Tornado come in apertura a parlare di estero, un breve cenno ad un interessante articolo (http://ow.ly/T6Ny50GbC0A) uscito su “East Journal”, bellissima rivista sulla geopolitica dell’est Europa, che parla dei legami tra calcio, politica e criminalità in Serbia. Nel mezzo, la vicenda è attraversata anche dagli ultras del Partizan Belgrado, recentemente coinvolti in una grande operazione di polizia per tutta una serie di attività criminali, a loro volta causa delle dimissioni del presidente della federcalcio locale, che in un certo senso si era avvalso dei loro servizi. A proposito di calcio e criminalità, che i media vorrebbero sempre circoscrivere al mondo del tifo, segnaliamo en passant anche questa bella puntata (http://ow.ly/H5Wl50GbHaL) di “Sport Diplomacy”, il podcast di Gezim Qadraku che, nello specifico, parla di crimini molto più sordidi, per quanto sottili, che si consumano nella compravendita delle squadre di calcio con la connivenza delle più alte istituzioni sportive se non addirittura politiche.

Importante, seppur non troppo presente sui media, la riunione pubblica che gli ultras della Samp hanno tenuto nella cittadina Sala della Chiamata del Porto (http://ow.ly/YUw950GbHp4). Qualcuno alla vigilia credeva potesse annunciare un loro dietrofront alla pari di tante altre tifoserie. I doriani invece hanno ribadito che alle condizioni attuali non ci sono i presupposti per tornare a tifare. Nessuna costrizione, chi vuole entrare è stato esortato a farlo o addirittura a tifare, ma gli Ultras sottolineano di non avere solo una squadra per cui tifare ma anche una comunità di tifosi in cui non vogliono lasciare nessuno indietro.

In ultimo, alcune notizie di cronaca, come quella riguardante tre tifosi della Virtus Francavilla (http://ow.ly/AYDH50GbCxe), 2 assolti e uno condannato a 8 mesi per aver usato artifici pirotecnici durante la gara interna (giocata al Fanuzzi di Brindisi) fra la loro compagine e il Siracusa nel 2018. Difficile evincere la realtà dei fatti: nella fattispecie si parla anche di petardi che sovente i giornalisti confondono con le normali torce luminose, ma in genere, come in altri paesi del Nord Europa, un discorso serio sulla depenalizzazione della pirotecnica ad uso coreografico andrebbe fatto.

Fra queste ultime notizie, non avvalorate da altri riscontri e quindi segnalate qui e non con il classico comunicato rilanciato sul nostro sito, c’è l’annunciata diserzione della Curva Sud Licata (http://ow.ly/wlgh50GbCmm) a causa dell’indisponibilità del proprio settore.

Si segnala infine lo scioglimento della “Stirpe Marcianisana” (http://ow.ly/jk5I50GbCnN), piccolo gruppo di provincia che ammaina le proprie insegne dopo 13 anni di attività. Come per il precedente comunicato, assenti riscontri ulteriori anche sui social del gruppo stesso, preferiamo relegarlo a questo più discreto ambito di informazione che non ad una pagina della sezione “comunicati”.

Matteo Falcone.