In questa giornata primaverile mi dirigo a Ravenna per seguire l’ennesimo derby Emiliano-Romagnolo.

Stavolta sono di scena Ravenna e Fortitudo Bologna.

Queste partite mi fanno sempre tornare alla mente certi ricordi calcistici, di quando la nobile decaduta di turno arrivava in trasferta, con tutto il suo seguito di sostenitori, nella piccola cittadina di provincia che mai prima di allora si sarebbe sognata di ospitare un giorno, sul proprio campo, un simile evento.

Ma veniamo alla partita di oggi.

È evidente che ai ragazzi della Fortitudo questa categoria vada stretta.

La dimostrazione di ciò viene dalla moltitudine di sostenitori biancoblu presente oggi al seguito della Fossa e che occupano, oltre al proprio settore, anche buona parte della tribuna di casa.

I padroni di casa, tra le cui fila spicca un esiguo gruppo di supporters “armati” di bandiere giallorosse, si trovano oggi al cospetto di una grande tifoseria, tra le migliori dell’intero panorama cestistico italiano ed europeo.

Malgrado la disparità di numeri e di esperienza, i sostenitori locali non demordono, anche perchè dalla loro hanno il pubblico amico.

Prima di dare inizio alla sfida sul campo, viene osservato un minuto di silenzio in memoria dello storico coach, Alberto Bucci, scomparso di recente.

Il grande Alberto ha cominciato la sua carriera di allenatore proprio sulla panchina della Fortitudo, per poi sedersi su quelle di mezza Italia, inclusa quella degli odiati cugini della Virtus, con i quali aveva ottenuto importanti successi.

I sostenitori biancoblu gli dedicano uno striscione, a firma Since 1989, a cui tutto il palasport risponde con un lungo e commosso applauso.

Al fischio d’inizio, i ragazzi di Ravenna sollevano un enorme bandierone giallorosso che ricopre tutto il loro settore, offrendo così un gran bel colpo d’occhio.

 I ragazzi della Fossa, invece, scandiscono a squarciagola il nome della loro squadra, accompagnandolo con possenti battimani.

Al primo canestro casalingo, la parte ravennate del palasport esplode in un tripudio di bandiere e cori che andranno poi calando nel corso della partita.

Di fatto, il manipolo di supporters di Ravenna fatica a trascinare il resto del pubblico casalingo e altrettanto difficilemente riesce a coinvolgerlo nel proprio tifo, divenendo loro stessi, a volte, spettatori del sostegno fortitudino, nonostante sul campo le due squadre giochino ad armi pari.

Dal canto loro, i ragazzi della Fossa e degli altri gruppi presenti al seguito della F scudata non si lasciano influenzare dall’andamento della partita, continuando incessantemente ad incitare la propria squadra con cori e battimani.

Diretti magistralmente dai ragazzi che si alternano in balaustra, riescono a coinvolgere tutti i sostenitori biancoblu presenti, parterre VIP compreso.

Un dominio sugli spalti dimostrato con i fatti che, alla fine, rispecchia il risultato del campo.

Tino Chinnì