La distanza tra Ravenna e Imola potrebbe suggerire uno di quei derby regionali che riempiono le categorie semi professionistiche, ma, per diverso blasone di squadre e tifoserie, il clima attorno alla partita ha ben poco del derby.
La risposta del pubblico giallorosso è, in ogni caso, importante; ogni partita, in un campionato così serrato, è una finale, e venire a giocare a Ravenna, con questa cornice di pubblico, non sarà facile per nessuno.
La tribuna coperta è piena all’incirca per metà della sua capienza, in mezzo spicca il nuovo striscione dei “Fedelissimi”, mentre la curva “Mero” è occupata per la sua totalità nella sezione centrale. Dietro allo striscione “Ravenna 1913”, si posizionano la maggior parte delle compagnie, la cui presenza è riconoscibile dalle varie pezze esposte. Più a sinistra, guardando la curva dal campo, c’è “Bella Situazione”, anch’esso presente con un lungo striscione esposto. Si nota, come in occasione della partita con la Pistoiese, la presenza dei gemellati Lucchesi.
Per tutti i novanta minuti quattro bandieroni sventolano nel settore, affiancati a tratti da altre bandiere di dimensioni più piccole.
I tifosi ospiti si presentano con una quarantina di unità, belli compatti dietro a tre pezze e con due bandieroni (molto bello quello recante la scritta “Lele Ovunque”), l’effetto non è male e massimizza le quantità, non certo alte, della tifoseria rossoblu.
Come detto, il clima non è da derby, e, per motivi diversi, le due tifoserie si ignorano; gli ospiti si concentrano nel produrre qualche sfottò nei confronti dei padroni di casa prima del fischio d’inizio e danno vita a una buona prova canora, coadiuvata da tamburo, nella prima metà di gioco. Si fanno preferire nei cori secchi e nei battimani (con menzione d’onore per chi batteva le stampelle), di minore impatto i ripetuti.
La curva “Mero” inizia con un profetico “Noi vogliamo questa vittoria”, non conoscendo poi flessioni; nel primo tempo alterna il sostegno alla squadra, con cori tenuti alti e chiari per 4-5 minuti, a cori per i diffidati e i gemellati lucchesi. L’effetto è sempre molto netto e scandito, sia nei cori secchi che nei ripetuti, e non viene intaccato da un Ravenna, non brillante in campo, che sembra soffrire il maggior ritmo imposto dall’Imolese alla gara.
Il Ravenna è però squadra cinica e come avvenuto in occasione della partita con la Pistoiese, trova il vantaggio a una decina di minuti dal termine della frazione, facendo alzare ancor di più i decibel dello stadio.
Da segnalare che prima della fine del primo tempo, il gruppo “Bella situazione” dedica un doppio striscione alla Busto ultras, in memoria di Raffaele Carlomagno, deceduto dopo essere caduto nel fossato dello stadio di Novara, striscione ovviamente applaudito da tutto il settore
Al rientro in campo, i tifosi ospiti si attardano e si perdono l’immediato raddoppio dei padroni di casa, ci sarà comunque tempo per “godersene” altri due.
Il doppio vantaggio e il dominio in campo ben si sposano con la scarica di elettricità prodotta dalla curva che continua, sulla falsariga del primo tempo, a mantenere alto il tenore dei cori, fermandosi solo un minuto, per esporre lo striscione in ricordo di Vincenzo Spagnolo.
A risultato ormai consolidato, con il Ravenna che segna altri due gol in pochi minuti, i tifosi imolesi invitano i propri beniamini a tirare fuori gli attributi e abbandonano anzitempo il settore.
La girandola di cambi addormenta la partita e la curva “Mero” non può altro che accompagnare la squadra fino al novantesimo, concentrandosi negli ultimi minuti sulla prossima “finale”, la trasferta di domenica a Piacenza, e producendosi in una bella sciarpata.
Festa sotto il settore al fischio finale con gli ultras che apertamente dichiarano alla squadra di credere in questa promozione, un ritorno al professionismo che, onestamente, loro meriterebbero ampiamente.
Nicolò Semprini