Il gran giorno tanto atteso è finalmente arrivato. Ravenna contro Rimini, la seconda forza del campionato ospita allo stadio Benelli la formazione capolista Rimini avanti di ben otto lunghezze rispetto all’inseguitrice giallorossa.

I giorni che hanno preceduto la partita sono stati vissuti con frenesia ed entusiasmo spasmodico sul fronte riminese fin dall’apertura della vendita dei biglietti per il settore ospite. Circa 650 tagliandi sono stati polverizzati in due giorni di prevendita e a nulla sono valse lamentele o ulteriori richieste di ulteriori scorte di biglietti da parte dei tanti che ne sono rimasti sprovvisti, che speravano di far leva sulla capienza del settore, di gran lunga superiore rispetto ai posti messi a disposizione. La società del Ravenna Calcio però, appellandosi a problemi organizzativi e vincoli imposti dalla locale questura, ha rimbalzato ogni ulteriore pretesa.

Sul fronte locale, come già annunciato ad inizio stagione, per questa partita è stata indetta la “Giornata giallorossa”, non sono quindi validi gli abbonamenti stagionali e la risposta al botteghino è di circa 2.000 Leoni che hanno dato ascolto al richiamo di una partita di cartello. Una partita da dentro o fuori, che potrebbe porre la parola fine in caso di un successo ospite, allungando irreversibilmente il divario, oppure riaprire con una vittoria bizantina gli ultimi spiragli in vetta quando mancano sei giornate alla fine, vendendo cara la propria pelle. Così gli spalti si colorano di giallorosso. La tribuna centrale e la Curva Mero animate da tanti ragazzini dei settori giovanili giallorossi, mentre il settore distinti resta chiuso, come avviene da svariati anni.

Una cosa accomuna entrambe le due tifoserie, ossia l’assenza di gruppi ultras, infatti se prima era toccato ai riminesi rimanere orfani dei propri gruppi organizzati, a seguito di numerose diffide che avevano colpito ragazzi della Curva Est, stessa amara sorte è toccata anche alla sponda giallorossa per svariate ondate repressive scaturite a seguito della gare con Triestina, nella scorsa stagione, e più di recente con Prato, che hanno portato ad un numero così ingente di diffide che, evidentemente, alla parte restante della tifoseria è venuto materialmente a mancare il materiale umano per portare avanti la più basilare vita di Curva.

Per forza di cose quindi, oggi, entrambe le parti hanno dovuto fare affidamento ai tanti “occasionali”, cercando di coinvolgere i presenti nel tifo, producendo come risultato parti centrali più attive nel sostegno, mentre ai lati la partecipazione è risultata più episodica, probabilmente perché i presenti in tale zona erano più interessati a quando avveniva in campo, tra le due formazioni, che non sostenerle con costanza attraverso il proprio tifo.

All’ingresso delle formazioni in campo, nessuna coreografia particolare per la Curva Mero, solo lo sventolio di un paio di bandieroni unitamente ad altri di dimensioni minori. Nel settore ospite domina invece il colore biancorosso, con palloncini colorati, qualche bandierone e lo striscione “Conquistala per noi”, fra le altre cose strofa dell’inno ufficiale “Rimini Vai”, riadattato e cantato da moltissime altre tifoserie in Italia.

Bel gesto della Curva giallorossa nei primi minuti di gioco, che espone uno striscione in ricordo di Andrea “Gavino”, giovane ultras biancorosso recentemente scomparso, applaudito da tutto lo stadio. Parte abbastanza bene il tifo in un settore ospiti sempre in movimento, con svariate belle manate al ritmo di qualche tamburo. Anche se fotografarli resta sempre un’impresa da quando hanno posizionato una rete davanti al settore, per evitare il lancio di oggetti, oltre alla cancellata che ne delimita la parte superiore e anche la visuale per chi lo occupa dall’interno, non credo proprio sia delle migliori.

A metà del primo tempo è il Ravenna a portarsi in vantaggio con il suo bomber Saporetti, che fa esplodere di gioia i suoi tifosi, incentivando cori di giubilo alternati a sfottò rivolti ai “bagnini” riminesi. Il tifo ospite, d’altro canto, non sembra risentirne e si prende la briga di indispettire il pubblico locale con qualche bomba carta.

Durante l’intervallo si notano strani movimenti dietro il settore ospite, si verrà poi a sapere del tentativo di entrare da parte di una dozzina di ragazzi giunti ugualmente a Ravenna pur sprovvisti del biglietto; ne è scaturito un acceso diverbio e qualche scaramuccia con le forze dell’ordine, a presidio della zona, e per larga parte del secondo tempo, finché la situazione non è rientrata, il tifo ne ha risentito di questo, lasciando agli occasionali presenti qualche sporadico coro.

Sul terreno di gioco il Rimini fatica a recuperare lo svantaggio iniziale, al cospetto di una squadra di casa ben messa in campo, che non concede nulla agli attaccanti ospiti sfoderando un’arcigna difesa. I supporter ospiti si ripresentano compatti con una sciarpata sulle note della celebre “Romagna Mia”, stessa trovata coreografica che viene proposta anche nel settore di casa.

Non basta l’arrembaggio ospite né in campo che sugli spalti, dove i tifosi presenti hanno cercato fino al 96esimo di spingere la loro squadra al pareggio. È dunque la formazione di casa a spuntarla, aggiudicandosi questa importante partita mentre al Rimini resta comunque la rassicurante consapevolezza delle 5 lunghezze di vantaggio a sei giornate dalla fine, un margine importante ma da gestire con impegno.

Al triplice fischio ovviamente tutta la formazione ravennate si porta sotto la Curva Mero per i meritati festeggiamenti condivisi con i tifosi, ma anche dal settore ospite ci sono applausi nonostante uscire sconfitti non faccia piacere mai a nessuno, ma il campionato della compagine di mister Gaburro resta positivo ed è importante restare compatti fino al traguardo finale: tornare nel calcio professionistico è l’unica cosa che conta.

Gilberto Poggi