Per la dodicesima giornata del campionato di basket di Serie A2, la RBR basket Rimini affronta il Ravenna, fanalino di coda con appena due punti, frutto di una sola partita vinta, che si gioca obbligatoriamente il tutto per tutto in questo derby. La squadra di casa, reduce dalla vittoria esterna sul parquet di Nardò nel turno infrasettimanale, è invece in un buon momento di forma e con una classifica leggermente più tranquilla può gestire meglio la sua corsa per preservare questa A2 riconquistata dopo ben 19 anni. Il lungo striscione che fa bella mostra di sé in curva, è un po’ il riassunto del piglio necessario in questa stagione: “Solo chi lotta può rinascere”.

Seppur non sia un habitué del palazzetto, la giornata sembra quella giusta per uno strappo alla regola: al di là dell’importanza della partita che, come detto, è pur sempre un derby, il motivo principale è che la curva biancorossa ricorderà, ad un anno dalla sua prematura scomparsa, Andrea “Gavino” che, assieme alla sua compagnia di Santarcangelo, era assiduo frequentatore della curva del basket oltre a quella del calcio. Proprio la Curva Est del calcio, il giorno prima nella gara contro Ancona, lo aveva già ricordato con tanto di fuochi d’artificio. Ovviamente all’interno del palazzetto non ci si può permettere niente di pirotecnico, ma la curva guidata dal gruppo del Barrio H294 espone in suo onore lo striscione “Ovunque tu sarai un coro sentirai…”, seguito da tanti cori per Gavino, il tutto applaudito ampiamente dai presenti.

Sul parquet parte bene la formazione biancorossa, nel primo quarto sembra tutto facile, il Ravenna sembra frastornato forse anche per via dell’entusiasmo che si respira all’interno del palazzetto, dove davvero tanta è la gente e l’aggregazione che si è ricreata attorno al sodalizio della pallacanestro, grazie anche all’ottimo lavoro portato avanti con la rinascita del club dopo le difficoltà del passato.

Sul fronte ospite, anche la squadra giallorossa può contare sul supporto dei propri tifosi: i “Leoni Bizantini” pur non essendo un gruppo “Ultras” vero e proprio, colora il proprio settore con bandiere giallorosse e saltuariamente incita la propria squadra. Un secondo striscione nel settore è quello che suscita simpatia anche tra i vicini di settore, cioè “Baghini giallorossi” sottotitolato “basket, amore, grigliate”. Per i non autoctoni, il baghino sarebbe il maiale e comunque, ulteriore riprova del clima più rilassato che si respira all’interno del palazzetto, non c’è nemmeno l’eco dell’astio percepibile quando si incontrano le due compagini cittadine del calcio.

La curva biancorossa, ben orchestrata dai lanciacori, incita e tifa senza soste per tutti i quaranta minuti. Un bel mix di ragazzi navigati supportati da tanti giovani che possono diventare a loro volta il futuro della tifoseria. La squadra ospite a metà partita torna prepotentemente in gara, passando anche in vantaggio, ma è al quarto tempo che si decide la partita in favore dei padroni di casa, che chiudono in vantaggio di dieci punti, portando a dieci anche i suoi punti in classifica.

Finisce al suono della sirena con musica alta e tifosi biancorossi festanti per la vittoria e con il consueto giro dei giocatori a dare il classico cinque a tutti e a prendersi gli applausi. Nonostante la sconfitta anche i giocatori ospiti si portano sotto il settore a ringraziare i propri tifosi che li hanno seguiti e incitati.

Gilberto Poggi