Inizialmente la mia idea era quella di andare a vedere Rayo Vallecano – Athletic Bilbao, ma le pessime condizioni dello stadio di Vallecas hanno fatto sì che la partita fosse rinviata ed ho quindi ripiegato su Real Madrid – Leganes. Le mie aspettative sul tifo sono molto basse e sicuramente non all’altezza del calore e della passione dei Bukaneros del Rayo o dei baschi dell’Athletic.

Arrivo al Bernabeu con larghissimo anticipo rispetto all’inizio della partita, così faccio un giro intorno allo stadio.

L’atmosfera e la gente che trovo è quella che mi aspettavo: tanti turisti e tifosi “da gita”, gente che probabilmente arriva da tutta la Spagna e che vede dal vivo la propria squadra una o due volte l’anno. Anche i prezzi non aiutano i tifosi ad essere presenti più assiduamente, con i biglietti più economici che costano 45 euro.

Nel clima di festa e di totale tranquillità c’è una cosa che mi sorprende molto: polizia ovunque, tra volanti, camionette e agenti a cavallo. Viene addirittura chiusa per quasi un’ora la via che costeggia una delle due tribune per far passare i pullman della due squadre, scortati e sorvegliati con grande attenzione dai numerosissimi agenti.

È un clima molto diverso da quello che si respira fuori dagli stadi italiani. Nessun coro, pochi gruppi di amici, tante famiglie e tifosi ospiti che girano liberamente nei pressi dello stadio. L’unico sprazzo di “normalità” lo trovo nei numerosi cartelli affissi all’esterno dello stadio dal club “La Clasica” che organizza la trasferta di Mosca contro il CSKA.

Circa un’ora prima della partita entro dentro lo stadio ed inevitabilmente rimango a bocca aperta difronte alla magnificenza di questo stadio. Raggiungo il mio posto e faccio la piacevole conoscenza di due italiani, padre e figlio spezzini e tifosi del Napoli. Lo stadio rimane semi vuoto fino ai primi istanti di gioco ma poi si riempie molto velocemente fino ad essere quasi esaurito.

Il primo anello del Fondo Sur è occupato da quello che sembra il tifo organizzato madridista. Tutti vestiti di bianco cantano e sventolano qualche bandiera. Il settore ospiti è un piccolo spicchio del quarto anello del Fondo Norte ed è occupato da un centinaio di tifosi del Leganes, tutti seduti e senza nessuno striscione. Anche nel resto dello stadio noto la completa assenza dei striscioni.

Nella curva di casa (una volta occupata dagli Ultras Sur, banditi dallo stadio per volere del presidente Florentino Perez) si nota bene il rettangolo che formano i ragazzi con la maglietta bianca, ma sembra qualcosa di studiato dalla società per rimpiazzare i vecchi ultras.

Anche grazie al vantaggio di Bale, il tifo non è male. I cori sono tutti di stampo italiano e argentino e sono seguiti anche da altri settori. Nell’angolo opposto al settore ospiti del Fondo Norte si fa notare un gruppetto di circa venti persone che vive la partita in maniera molto “curvaiola”, facendo diversi cori e battimani.

Per tutta la durata della partita i cori sono occasionali. I tifosi di casa sono intenti ad ammirare le gesta dei grandi giocatori in campo, mentre gli ospiti si fanno sentire una volta sola, con un secco “Leganes! Leganes!” dopo aver siglato il gol del momentaneo 1-1.

Il Real vince 4-1 ed a dieci minuti dalla fine la gente inizia ad abbandonare lo stadio. Al momento del fischio finale è già uscita quasi la metà dei presenti. Mi avvio verso la metro anch’io, con la contentezza di aver visto giocare campioni che stanno facendo la storia del calcio in un tempio come il Bernabeu, ma con molte perplessità su come si sta evolvendo il calcio. Dove gli stadi delle grandi d’Europa (soprattutto in Spagna ed Inghilterra) sono diventati tutti uguali, accessibili soltanto a chi ha buone disponibilità economiche e con il tifoso che perde quasi del tutto la sua importanza per diventare un semplice cliente.

Mirco Civoli