La sfida tra Reggiana e Cesena, terminata con la vittoria di misura dei bianconeri per 0-1, ha regalato non solo emozioni sul campo, ma anche un grande spettacolo sugli spalti. Oltre diecimila spettatori hanno affollato il Città del Tricolore, con una presenza numerosa giunta da tutta la Romagna, di cui innegabilmente i bianconeri sono la massima rappresentazione calcistica.

Un momento che ha segnato profondamente la giornata è stato il ricordo tributato al tifoso della Pro Patria Raffaele Carlomagno, scomparso tragicamente durante la trasferta di Novara dopo essere accidentalmente caduto nel fossato dello stadio Piola. Sia i tifosi reggiani che quelli cesenati hanno esposto uno striscione commemorativo, dimostrando che, al di là della rivalità, esiste un terreno comune che unisce tutte le curve. La solidarietà, tratto distintivo del movimento ultras, ha trovato ancora una volta espressione concreta, sottolineando come spesso siano proprio gli ultras a ricordare ciò che il calcio moderno tende a dimenticare. Una morte quella del tifoso bustocco passata quasi inosservata tra i media, ma che ha trovato la sua giusta cassa di risonanza proprio in tutte le curve italiane. Se quella della Lega calcio sia stata una semplice svista o invece disinteresse è difficile da capire, anche se qualche sospetto sorge se pensiamo ai tributi che invece vengono concessi a calciatori ormai caduti nel dimenticatoio. Ci insegnano che davanti alla morte, soprattutto per coloro che perdono la vita in eventi tragici, non esistono differenze, ma invece constatiamo, con troppa frequenza, che oggi siamo tutti ancora troppo diversi e così morire nell’indifferenza più totale è tutt’altro che insolito. Per fortuna, però, ci sono le curve a riportare tutto ad un equilibrio umanamente più accettabile. Le stesse curve umanamente deprecate da chi all’atto pratico è il peggior esempio possibile di umanità. Un paradosso di rara ipocrisia.

Tra i bianconeri da segnalare la presenza dei gemellati di Mantova e Brescia. Sugli spalti, le due tifoserie, pur non organizzando nessuna coreografia particolare, hanno saputo colorare lo stadio con i colori sociali della propria squadra: i gruppi reggiani della curva hanno colorato la curva con bandiere e striscioni, mentre il Gruppo Vandelli ha esposto l’enorme “Che bello tifare Reggiana“; i cesenati, invece, hanno organizzato una riuscitissima sciarpata, fitta soprattutto nella parte centrale e una bella sbandierata composta da tante bandierine per metà bianche e per metà nere, mentre in basso lo striscione “Trasferte libere” poneva l’accento sui divieti in serie subiti dai romagnoli in trasferta, senza alcun valido motivo a supporto. Nel corso della gara, non è mancato il classico messaggio di sfida ai rivali romagnoli da parte granata, con lo striscione “merde“, nient’altro che nero su bianco rispetto a quanto le due fazioni si sono, come sempre, scambiate a voce.

Infine, nonostante i timori per problemi di ordine pubblico, il match sia dentro che all’esterno dello stadio non si è segnalato per rilevanti fatti di cronaca.

Foto di Davide Gallo