Derby del Secchia numero 85 che contrappone Reggiana e Modena in una situazione di classifica tranquilla ma ben lungi dall’essere entusiasmante. Anche i numeri sono ben lungi dai picchi massimi che questa sfida ha saputo regalare in passato con 10.339 spettatori presenti in questa domenica dicembrina, dei quali 2.164 sono quelli di fede gialloblù. Se il pubblico medio ha preferito anticipare qualche giro di shopping per riempire lo spazio ai piedi degli alberi di Natale, il colpo d’occhio delle due contrapposte curve è senza dubbio positivo. Gravina e soci continuano a parlare di famiglie allo stadio ma gli unici che ci sono sempre, sono i soliti e bistrattati ultras che forse andrebbero per questo rispettati e valorizzato un tantino meglio in termini “patrimoniali”.

L’impatto scenico si alza ancora di più di livello al momento dell’ingresso delle squadre in campo, così come a più riprese avviene nel corso della gara, sia nei due settori caldi del tifo reggiano che in quello riservato agli ospiti. In zona “Gruppo Vandelli” si punta forte sull’identità cittadina con uno striscione in dialetto e un grosso copricurva che riproduce piazza Prampolini e tante bandierine tricolore granata-bianco-granata in basso, chiuse idealmente ai due estremi da un pugno di tricolori italiani, richiamo storico significativo e dovuto nella città dove la bandiera nazionale ha avuto i suoi natali.

Ancora più semplice ma non per questo meno bella o impattante è la scelta della sud che propone a sua volta una marea di bandierine bianco-granata a tutto settore, spezzate visivamente al centro da un lungo striscione tenuto su con delle aste e il cui tema è sempre quello della lotta ma, in questo caso, più specificatamente rivolta ai colori.

L’apice cromatico modenese si ha invece allorquando i presenti alzano al cielo le loro sciarpe, mentre ad un paio di striscioni al pepe sono affidate le loro invettive ai cugini che, di rimando, puntano forte sullo stesso strumento espressivo, prendendosi gioco delle ultime vicissitudini di curva avversarie. Non manca ovviamente anche una sana spruzzata di pirotecnica mentre in campo, per la legge dei grandi numeri, la spuntano i Canarini modenesi che non vincevano in casa della Reggiana dal lontano 1950.

Luigi Bisio