Reggina-Frosinone è una di quelle partite che rievocano ricordi di un calcio ormai passato, dove ogni trasferta poteva essere l’occasione buona per scatenare scontri tra le opposte tifoserie. Correva l’anno 1987 quando il vecchio Matusa fu teatro di volenti incidenti: da una parte gli amaranto, gemellati con Latina e dall’altra il Frosinone, alleato con i messinesi. A farne le spese furono soprattutto i reggini che persero del materiale prontamente esposto e bruciato nella curva ciociara. Da allora ogni qualvolta le due formazioni si sono affrontate, l’obiettivo delle forze dell’ordine è stato di evitarne il contatto. Le strade dei club per decenni non si sono più incrociate, con la Reggina di Lillo Foti capace di arrivare fino alla serie A per poi iniziare un lento declino conciso con l’ascesa del Frosinone. 

Al Granillo, quest’oggi traboccante di entusiasmo, i padroni di casa affrontano i gialloblu scortati da una cinquantina di tifosi che si raccolgono dietro lo striscione “Nessuna resa”; i ciociari provano a farsi sentire nonostante l’inferiorità numerica, rispondendo anche agli sfottò dei reggini. I padroni di casa, dopo aver disertato i le prime partite a causa delle restrizioni imposte a seguito delle note vicende Covid hanno ripreso possesso della curva sud. Il tifo sarà costante per tutti i 90 minuti, anche grazie alla partecipazione di tutta la curva, ma nonostante un sostegno continuo il risultato resterà inchiodato sullo 0-0, lasciando l’amaro in bocca alla tifoseria di casa.  

Foto di Pasquale Minniti.
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