Quando ad inizio stagione vengono diramati i gironi di Serie D, al netto delle logiche geografiche o chilometriche nella loro composizione, per non incidere troppo sui bilanci delle società, la curiosità e l’attesa per noi amanti di fototifo e mondo ultras è tutta nel vedere dove verranno collocate le squadre del proprio comprensorio e quali altre squadre o tifoserie possano essere ospitate in zona. Nel mio caso specifico fra le tante romagnole del massimo campionato dilettantistico nazionale, tra Victor San Marino, Sammaurese, Ravenna, Forlì, l’unica eccezione l’ha rappresenta lo United Riccione, collocata nel girone F in mezzo a compagini marchigiane, abruzzesi, laziali e ad altrettante tifoserie di gran lunga superiori, quanto meno dal punto di vista quantitativo, a quelle che le corregionali di cui sopra si ritrovano ad affrontare nel girone D.
L’occasione buona per toccare com mano questa differenza è rappresentata dalla partita tra lo United Riccione e il più blasonato Chieti, con diversi trascorsi nel professionismo alle spalle, che oltretutto può contare da sempre su una tifoseria passionale e con uno stile che la contraddistingue nel panorama italiano.
Sono d’obbligo un paio di considerazioni per far conoscere meglio la realtà calcistica riccionese: lo United Riccione è un nuovo corso del calcio nella nota città turistica seguito al passaggio di mano societario avvenuto nel 2022 che ha soppiantato la vecchia FYA Riccione che, nel giro di diversi anni e partendo dai campionati minori, è arrivata a disputare il campionato di serie D. Il “vecchio” Riccione 1926 che negli anni 90′ era approdato persino in serie C2 , accompagnato anche da un discreto numero di tifosi guidati dagli “Eagles Supporters” è invece fallito, per ritrovarsi attualmente nel dimenticatoio della Prima categoria, oblio in cui sono finiti anche tutti i vecchi, sentiti e appassionati derby dell’epoca contro Rimini e ViS Pesaro.
Altra considerazione doverosa sullo stadio. Il “Nicoletti”, l’impianto a cui da sempre sono legate le sorti della squadra più rappresentativa della città, è in ristrutturazione già da diversi mesi pertanto ancora inagibile, quindi lo United ha trovato ospitalità da inizio stagione in un altro impianto cittadino, molto inferiore in termini di capienza tant’è che dispone di una sola tribuna. Cosa che ovviamente pone più di qualche problema nel caso si debba affrontare una squadra blasonata con una tifoseria importante al seguito, come oggi per la gara contro il Chieti. Come già successo in precedenza, in occasione dell’arrivo della tifoseria del Sora, la capienza di quello che viene considerato settore ospite è stata limitata a solo 100 posti, oltretutto in una parte di stadio senza tribuna, dove gli astanti vengono disposti tutti in piedi a ridosso della rete che separa dal terreno di gioco. Non proprio quello che si direbbe uno spot per la squadra e la città ospitante, situazione figlia anche del diniego della questura a far giocare a Rimini.
Al pubblico locale viene riservata l’unica tribuna presente in questo che definire stadio è quanto meno un eufemismo. Nello stesso settore si possono notare anche alcuni tifosi del Chieti con i colori neroverdi addosso, che vista la totale assenza di animosità fra le parti o di una tifoseria organizzata in loco, non comporta alcun problema.
La tifoseria ospite arriva compatta e già dal parcheggio annuncia la sua presenza con alcuni cori. Posizionato il proprio striscione di rappresentanza, con una trama tartan in filigrana e il nome della loro città in evidenza, vi affiancano altre pezze a sostegno dei diffidati o con altri slogan, che confermano tutta la ricercatezza e lo stile della Curva Volpi, da sempre antesignana nel campo.
Nonostante lo svantaggio iniziale maturato già nei primi minuti di gioco, la tifoseria ospite non demorde e aiutata dal ritmo di un tamburo continua a scandire i propri cori con buona continuità. La contesa chiaramente è tutta a favore loro, di fatto si tratta di un monologo: sul fronte locale poco o nulla da menzionare, il pubblico presente si limita a seguire la partita esaltandosi solo in rare occasioni, a differenza dei teatini che sono attivi per tutti i novanta minuti di gioco, senza conoscere soste, così come per lo sventolio del bandierone che raffigura una vecchia immagine di gioco del lontano 1922.
Nella ripresa gli sforzi della squadra e soprattutto della tifoseria ospite vengono ripagati quando il Chieti trova il vantaggio ed il 2-1 definitivo con cui poi si aggiudica l’intera posta in palio, a discapito della squadra di casa che non riesce a difendere il vantaggio iniziale. Vittoria importante per il Chieti e per i suoi ultras che possono dunque continuare a sognare.
Gilberto Poggi