Giornata molto ventilata questo sabato pomeriggio al San Nicola. Quei tipici venti che soffiano così fastidiosamente che non c’è nessun posto tranquillo dove evitarli. Partita, ovviamente, di quelle che si potrebbe fare a meno di far estrarre dall’urna (pilotata) dei calendari, vista la poca attrazione che desta questa piccola, ma tutto sommato simpatica, tifoseria ligure.

Nulla o poco da segnalare nel settore ospiti, se non la presenza di una coppia di tifosi più il gruppo che viaggia sempre e che non fa mancare la presenza in questa lontanissima ma coinvolgente trasferta. Per loro, nel passato, prima che approdassero in Serie B, non era consuetudine vedere stadi cosi enormi e confrontarsi con tifoserie blasonate e storiche. Rimarranno in silenzio per tutti i 90′, gustandosi la partita. Apprezzabile la presenza.

Il San Nicola offre la solita fetta corposa di abbonati,  che danno la solita sostanza a partite insolite come queste. Giornata amarcord: saluti iniziali a una visita gradita e curiosa, quella di Miguel Guerrero, giocatore che tutto sommato non ha mai entusiasmato nel suo trascorso a Bari. Partita brutta in campo, ammirevole sugli spalti. Non è una performance eccellente, ma era da mettere in preventivo, vista la deludente prova sul manto verde. Oggi la Curva Nord è apprezzabilmente volenterosa, per l’estrema pazienza dimostrata nel sostegno continuo, culminato al triplice fischio con una bordata di fischi univoca da parte di tutto lo stadio.

Cori a ripetere e torce che non mancano, oltre al solito sventolio dei bandieroni. Nella Sud consueta presenza non tesserata, e nella Est altro gruppo di sostenitori. Termina 0-0, evitando un altro scempio dello speaker, che oggi ha avuto il suo momento di gloria solo all’elenco della formazione. I tempi degli “olè” sembrano tramontati. Chissà un giorno possano tornare, possenti in tutti gli stadi, come simbolo di amore solo per la maglia e non di chi scende in campo. Il calcio moderno dei nomi sulle casacche ha portato anche a questo: priorità a chi le indossa, alla loro vita privata sputtanata su internet, al gossip e non più alla sola maglia interpretata come città.

Massimo D’Innocenzi.