Giornata soleggiata ma fredda questo sabato pomeriggio al San Nicola. Dalla lontana Chiavari, per la prima volta nella loro storia, arrivano non più di una decina di sostenitori. Chissà quando gli ricapiterà di tornare in uno stadio cosi immenso, dopo anni passati a bazzicare i campetti di periferia (ovviamente tutto rispetto per questi campi e per le tifoserie corrispondenti).

Si lasciano andare a qualche gesto, chiamiamolo cosi, “goliardico” di troppo, perdendo la giusta dimensione e umiltà di una tifoseria di provincia che mette per la prima volta piede in certi palcoscenici. Nonostante tutto, nel loro piccolo si fanno sentire non trascorrendo la partita in silenzio.

La tifoseria barese, riaccoglie i “daspati di gruppo” di Frosinone. Una bella rivincinta, verso chi ha scritto tante di quelle cattiverie, senza una giusta cognizione di verità. Ormai acqua passata come sempre. I tifosi pagano per quello che fanno e non hanno fatto, e si ritorna più forti di prima. Oggi sono tornati loro in tanti, domani torneranno alla spicciolata altri. Va cosi, in tutte le curve. Ci si lecca le ferite, si paga, e si ritorna da uomini. Per imparare non c’è niente di meglio, dopo uno sbaglio o un’accusa, che raccogliere le idee e andare avanti.

E invece quasi tutti si fanno prendere dalla paura. Hanno così paura di sbagliare che sbagliano. Sono troppo condizionati, troppo abituati a sentirsi dire quello che non devono fare. Prima in famiglia, poi a scuola e per strada. Ma tutto sommato, se si vuole sbagliare, andiamo sempre dove ci porta il cuore.

La Nord, solito cuore, approfitta anche oggi del vento, per mettere in bella mostra i bandieroni. Torce come sempre accese un po’ ovunque, qualche bomba esplosa e la solita prova canora fatta di carattere e dignità offerta quest’oggi.  Squadra senza carattere, sogni di inizio stagione quasi svaniti, giocatori che cercano altri luoghi da autentici mercenari e una tifoseria che cerca stimoli, facendo gruppo e stando tutti insieme come è successo qualche giorno prima nella festa dei 107 anni.

Ben vengano certe situazioni. Il tifoso (l’ultras già lo sa) deve imparare ad amare sempre e solo la maglia e la città, niente di più. Lo scrivo da una vita, perché la persona che va inneggiata e idolatrata, è sempre l’ amico di gradinata che soffre paga e gioisce con te. Come sempre, e non in ultimo, la presenza della Bari senza tessera nella Sud.

Massimo D’Innocenzi