Volantino distribuito in maniera massiva al “Pala Dozza”durante l’ultimo impegno interno della Fortitudo. Non solo Bologna, però, al centro di questa iniziativa, ma una trentina di piazze cestistiche di grande tradizione tutte accomunate dallo sdegno nei confronti delle istituzioni e delle proprietà della pallacanestro italiana. Nella palla a spicchi, seguendo il cattivo esempio del calcio, l’unico intento (che spesso risulta l’inseguimento di una chimera) è trasformare lo sport in un investimento puramente commerciale. Poco importa se questa impostazione con pochissimi scrupoli etici porti poi a fallimenti sportivi ed economici in serie, compravendita di titoli sportivi, progetti di assurde fusioni, franchigie spostate da un angolo all’altro dell’Italia, promozioni comprate con “wild card” e tanto, tanto altro schifo ancora. Tutto questo ovviamente e sempre ignorando i tifosi, la spina dorsale di questo e di ogni altro sport. Se e quando poi questi provano a fare civile opposizione alle arroganti gestioni padronali, vedi Reyer Venezia contro il progetto di una compagine “metropolitana” che includa anche Treviso e Padova, scattano vere e proprie persecuzioni repressive a mezzo digos che puzzano di pretestuosa ed ingiustificata censura con la scusa della violenza.

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