24-11-2018: Rieti-Juve Stabia 1-3
Serie C Girone C
È fin dalle prime luci di questo sabato di fine novembre che il cielo manda giù pioggia a secchiate. Sarebbe la classica giornata in cui qualsiasi persona sana di cervello starebbe in pantofole, comodamente sdraiato sul divano a guardare la televisione, ma non noi che abbiamo appuntamento con l’ennesima partita della stagione.
Torno nuovamente allo “Scopigno” di Rieti dove è di scena la capolista Juve Stabia (insieme al sorprendente Rende) e per l’occasione condivido il viaggio e le emozioni in campo insieme all’amico Federico. La pioggia non concederà tregua, soprattutto ai circa duecento (179 il numero preciso dei biglietti staccati) tifosi stabiesi presenti in curva sud, dove non esiste copertura, arrivati nel capoluogo sabino con un pullman e varie auto private.
Entriamo su rettangolo verde a mezzora dal fischio d’inizio e se dalla parte degli ultras sabini è tutto in ordine, da quella ospite ci sono solo pochi tifosi e nessuno striscione: i gialloblù entreranno nel settore ad un quarto d’ora dall’inizio, attaccando il grosso striscione CURVA SUD e varie pezze.
I padroni di casa, una cinquantina scarsa, prendono posto in una porzione della grande tribuna, dietro lo striscione COMMANDO ULTRÀ RIETI 1997. A livello coreografico propongono un paio di bandieroni, mentre i campani sventolano quattro bandieroni ed accendono una torcia.
Nel primo tempo i locali non fanno in tempo a sistemarsi che già esultano per l’inaspettato gol del vantaggio siglato da Maistro, per cui gli ultras reatini si fanno sentire con discreti cori accompagnati qualche volta da battimani e in barba alla vittoria, al diciottesimo minuto alzano uno striscione che invita il patron Poulinakis a tornarsene a casa.
Il loro tifo prosegue con qualche piccola pausa e delle sbandierate discontinue. Nel secondo tempo, ancora una volta i sabini partono discretamente, ma dopo il primo gol ospite cominciano le pause che aumenteranno al gol del raddoppio stabiese, fino a che cori e battimani divengono più unici che rari.
Passando agli ospiti, strana la loro disposizione nel settore: striscione con i relativi stendardi nella parte destra e gli ultras tutti dietro alla porta nella parte bassa, mentre il resto dei tifosi si sparpagliano in tutto il resto della curva. Nonostante ciò, nella prima frazione il tifo c’è, anche se non spicca per l’intensità. Sventolano continuamente anche i quattro bandieroni, nonostante siano pregni d’acqua e faticosi da sostenere.
Nel secondo tempo la musica cambia e gli stabiesi si trasformano, aumentando sia i decibel dei cori che il numero dei battimani, magistralmente guidati dal continuo battere del tamburo. Al ventiduesimo della ripresa, l’accensione di una torcia è il preludio al gol del pareggio siglato dal neo entrato Carlini, che va ad esultare sotto la curva che dà fuoco all’ennesima torcia. Scena che si ripete al gol di Paponi cinque minuti più tardi.
Nonostante la pioggia si faccia più incessante, l’umidità maggiore, la nebbia scenda e le luci dello stadio si accendano, gli ultras ospiti non demordono e si fanno sentire forte. In pieno recupero il tris di Adriano, con la deviazione (ininfluente) di Pepe, mette fine ad una partita tirata e piena d’insidie per la capolista.
Al triplice fischio, i padroni di casa espongono nuovamente lo striscione contro il proprio presidente: “POULINAKIS GO HOME!“; il Rieti con questa sesta sconfitta finisce in piena zona play out. Dalla parte opposta i sostenitori gialloblù festeggiano il primo posto in solitaria con i propri giocatori, che ricambiano lanciando un paio di magliette e qualche pantaloncino. Quando tutti sono ormai dentro agli spogliatoi, gli ospiti continuano a cantare per i diffidati e per la curva, benché la pioggia continui a scendere senza sosta: poco importa… alla fine il primo posto è anche per loro!
Marco Gasparri