Si gioca nel giorno dell’Immacolata questa sfida tra le due peggior difese del girone. Per mia fortuna le due squadre hanno chiesto l’anticipo al sabato, alle 14:30. Ho così la fortuna di seguire due partite nella stessa giornata, quella attuale del girone C e l’altra serale in quello B.
La sfida pomeridiana si gioca nel capoluogo sabino ed è un vero e proprio spareggio salvezza. Il Rieti è quart’ultimo con 10 punti; la Paganese è penultima con appena 4 punti all’attivo dopo quindici giornate (da considerare che il Matera ultimo con 3 punti è stato penalizzato di ben 8 punti, mentre la Viterbese a 5 finora ha disputato la metà delle gare rispetto alle altre squadre).
A Rieti la tifoseria amaranto celeste è in subbuglio, soprattutto in questa settimana che precede la gara. Alla proprietà è stato chiesto, ed ottenuto, un incontro chiarificatore sulla situazione attuale, sia della squadra che della società, con il presidente greco Poulinakis contestato duramente negli ultimi incontri.
Ovviamente la mia curiosità è anche incentrata sulla tifoseria ospite, al seguito di una squadra che non ha ancora vinto. Gli unici punti sono frutto di quattro pareggi.
Solo una volta entrato sul manto verde del “Manlio Scopigno” scopro una presenza locale ridotta ai minimi termini in ambito numerico, con una quarantina di ultras che entrano nel solito posto di tribuna, attaccando lo striscione in balconata ed i vari stendardi a pochi minuti dal fischio d’inizio.
Nella curva ospite ancora non si vede nessuno. Prima del via viene osservato un minuto di silenzio in ricordo di Stefano Colasanti, il vigile del fuoco di Vazia, deceduto mercoledì in seguito all’esplosione di un’autocisterna nei pressi di Borgo Quinzio in provincia di Rieti. Inoltre il minuto di raccoglimento è anche per il giovane arbitro Riccardo Pelagatti, scomparso giovedì per una malattia a soli 32 anni.
I reatini hanno desistito alla contestazione e dedicano uno striscione, diviso in due parti, proprio al giovane vigile del fuoco, “Ciao Stefano eroe reatino”, intonando subito dopo l’inno dei vigili del fuoco e sventolando quattro bandiere durante l’entrata delle squadre in campo.
Nel frattempo fuori al settore ospiti vedo sventolare i bandieroni azzurro stellati dei sostenitori paganesi, una cinquantina circa, per cui presumo che stiano per entrare. Difatti è proprio così, ma ovviamente lo fanno a modo loro, stazionando nell’antistadio ad aspettare l’entrata di tutti per poi dirigersi sui gradoni, con le bandiere alzate. Poi si sistemano dietro la porta dietro tre stendardi attaccati alla rete.
Per loro c’è subito l’ebbrezza del vantaggio dopo appena undici minuti per il gol siglato su calcio di rigore da Cesaretti, ma la gioia dura poco, dato che dopo appena quattro minuti il Rieti pareggia i conti. Passati appena cinque minuti i padroni di casa mettono la freccia passando in vantaggio.
I paganesi sono consapevoli della poca consistenza della propria squadra ma non mollano ed effettuano un coro abbracciandosi tutti, che dura svariati minuti, fino al gol del 3-1 al 35°, che li fa piombare nel silenzio. L’orgoglio resta vivo e i bandieroni sventolano senza sosta.
Sul finire della prima frazione, come se non bastasse, arriva un altro boccone amaro da ingoiare, il gol del 4-1 che manda le squadre negli spogliatoi.
Nonostante il rischio di una debacle clamorosa, i paganesi rimangono sugli spalti fino alla fine senza mai abbassare le bandiere, ma facendole sventolare sempre e dedicando un coro ai diffidati, intorno alla mezzora della ripresa. Per il resto seguono in silenzio.
Passando ai padroni di casa, come detto, sono amareggiati con la società ed avevamo minacciato di contestare, ma in questa delicata sfida sono di supporto alla squadra, nonostante l’iniziale svantaggio che non prometteva niente di buono.
In realtà dopo il gol ospite qualche coro contro la società si è udito, ma, grazie all’andamento della gara, tutto rientra in fretta.
Da questo momento il tifo vive con meno tensione e risulta più continuo e fluido, con dei battimani alternati alle sbandierate. Non viene dimenticata l’ostilità verso la neo proprietà; alla mezz’ora viene esposto uno striscione che la dice lunga sul pensiero riguardo chi dovrebbe stare alla guida del Rieti: “Rieti ai reatini”.
La doppietta del giocatore di colore Gondo, siglata al 35° ed al 45° della prima parte di gara, sprigiona tutta la gioia dei tifosi sabini, felici di vedere finalmente una squadra propositiva che tramuta tutte le azioni pericolose in gol.
Nella seconda parte di gara, sul risultato di 4-1, il tifo diviene più continuo rispetto alla prima frazione e le pause si riducono drasticamente fino ai minimi termini. Amarantoblu che effettuano un buon numero di battimani e sbandierate, seppur non in maniera eccelsa.
Il risultato non cambia più ed al triplice fischio finale ci sono umori diametralmente opposti: dalla parte dei padroni di casa si applaude la squadra per questi tre punti fondamentali, non lesinando nuovamente qualche coro contro la società; dalla parte opposta i giocatori provano ad avvicinarsi al settore ospiti, ma una volta capito tutto gli ultras si brigano a togliere tutto e raggiungere tutti insieme l’uscita, senza disdegnare qualche insulto poco colorito nei confronti dei propri giocatori.
Dopo la pacificazione di tutti i gruppi del panorama azzurro stellato ed il conseguente miglioramento sotto tutti i punti di vista del tifo, è un vero peccato vedere questa tifoseria al seguito di una squadra ultima con appena quattro punti all’attivo e già virtualmente retrocessa (ovviamente gli scongiuri sono ammessi). Nonostante tutto anche qui a Rieti erano presenti una cinquantina di ultras campani che…”meritiamo di più!” .

Marco Gasparri