Partiamo dalla fine. Stadio D’Amuri di Grottaglie, ultimi scampoli di gioco di una partita piuttosto noiosa tra il Grottaglie e il Brindisi, in cui tra le squadre in campo, più che la voglia di vincere prevale il timore di non perdere.

In seguito ad un’azione personale, un calciatore grottagliese termina a terra in area. Forse rigore o forse no, lasciamo agli opinionisti le varie considerazioni del caso, noi ci basiamo sulla legge del grande Boskov che diceva: “rigore è quando arbitro fischia”. In questo caso il fischio dell’arbitro non si fa attendere, ravvisando però un fallo contro il Grottaglie.

In campo si finisce praticamente di giocare. L’arbitro viene circondato da tutti i giocatori Grottagliesi, qualcuno dei quali lo strattona. Per sedare gli animi servono oltre dieci minuti. A farne le spese due giocatori di casa che vengono espulsi. Riprende il gioco con ritmi piuttosto blandi e la tensione tra i calciatori del Grottaglie è palpabile.

Dodici minuti di recupero durante i quali, su un capovolgimento di fronte, una carambola in area fa terminare il pallone sul braccio di un giocatore grottagliese. L’arbitro al 97° fischia il rigore a favore degli ospiti e in campo succede l’inverosimile. Questa volta a circondare il direttore di gara si unisce al completo anche la panchina di casa, che si precipita in campo al momento del fischio del penalty. Serve l’intervento persino delle forze di polizia per salvaguardare l’incolumità dell’arbitro, mentre un operatore della digos si porta sino al centro dell’area di rigore per riprendere in diretta la dinamica dei fatti.

Questa volta a farne le spese con l’espulsione sono l’allenatore, un accompagnatore ed un ennesimo calciatore grottagliese. Una scena che riporta con la mente a quello storico Juventus-Inter della stagione 97/98, quando ai nerazzurri fu negato un rigore su Ronaldo e subito dopo assegnato alla Juventus sul capovolgimento di fronte. Questa volta però capitan Scarcella non emula il famoso Del Piero, che all’epoca si fece ipnotizzare da Pagliuca, e segna un rigore pesantissimo per il vantaggio brindisino.

Esultanza piuttosto timida sotto il settore ospite, ma ci sta: i sostenitori biancoazzurri non sono soddisfatti dell’andamento della squadra in questo campionato, che si aggiunge alla categoria indigesta quale questa Promozione Pugliese è risultata.

La miglior cura è senz’altro la vittoria e questa volta ai giocatori del Brindisi servirebbero una serie di risultati positivi per riguadagnare la fiducia dei propri tifosi. Quest’ultimi, protagonisti in questa trasferta con un bel tifo di impatto, misto di cori secchi e belle manate.

Sono circa un centinaio i brindisini che, a gran voce, oltre alla vittoria chiedono soprattutto che si lotti per l’amore della maglia con la V sul petto.

Dopo tanto tempo di assenza da questo stadio, quando gli ultras locali avevano deciso di disertare per protesta contro l’attuale società, ritrovo sui gradoni della tribuna un nuovo gruppo, “Nuova Guardia 2016”, che si contraddistingue soprattutto per la giovane età. Non mancano cori a sostegno della propria squadra e qualche battimano. E se vale la regola “Dove c’è tifo c’è speranza” speriamo che questi siano i primi passi per la rinascita del tifo grottagliese.

Lello Onina.