Il Rimini si presenta davanti al pubblico amico dello stadio Romeo Neri dopo le due sconfitte consecutive in trasferta, la prima sul campo del Fano e successivamente, a distanza di soli quattro giorni, nel recupero valevole per la prima giornata, sul terreno di gioco della Ternana.
Se in terra Umbra il divario tecnico poteva lasciar presagire una sconfitta, magari onorevole, ben diverso il discorso e le aspettative in quel di Fano, contro una diretta concorrente per la salvezza, dove la susseguente brutta prestazione della squadra biancorossa ha fatto storcere il naso ai Riminesi presenti in trasferta, tanto che a fine partita si è sentita netta la contestazione verso la squadra, cercando di spronarla con la rabbia al massimo dell’impegno.
L’occasione propizia per il pronto riscatto viene proprio in questa gara interna al cospetto dell’Albinoleffe, squadra che attualmente si trova nelle ultime posizioni in classifica. In un bel sabato baciato dal sole, seppur non sia una partita da considerarsi di cartello, visto l’avversario non certo blasonato e nemmeno tecnicamente affascinante, il colpo d’occhio in Curva Est è quello di sempre, con il settore colorato di biancorosso dai consueti striscioni del gruppo guida dei Redwhite Supporters, affiancato dalla Vecchia FAB, fattore cromatico irrobustito anche dai bandieroni sventolati per la quasi totalità dei 90 minuti.
Sul fronte ospite, l’Albinoleffe non vanta storicamente un seguito molto numeroso: non accadeva nemmeno quando la squadra seriana segnò il suo exploit arrivando fino al campionato cadetto, ma almeno una dozzina di ragazzi a supporto dei bianco-azzurri ci sono sempre.
Non essendo considerata una partita a rischio, i tifosi ospiti vengono sistemati in tribuna laterale e gli stessi, una volta appeso il drappo Nuova Guardia, iniziano in modo molto spensierato a tifare contando anche sullo sventolio di alcune bandiere. Obiettivamente penso che ci voglia anche una bella costanza e una buona dose di umiltà nel seguire così una squadra, senza contare sui grandi numeri e soffrendo, a pochi km di distanza, la concorrenza dell’Atalanta e il fascino della Serie A, per questo si può solo che elogiare questo manipolo di ragazzi per tutta la buona volontà che ci mettono.
La partita in campo subisce vari capovolgimenti di risultato, con il Rimini subito in vantaggio ma che nel giro di pochi minuti subisce la rimonta della squadra ospite per la felicità dei suoi tifosi. La Est al contempo non si scompone e anche in questi momenti di difficoltà rimane unita a sostenere la squadra, esibendosi in una sciarpata e svariate manate al cielo. Come in ogni partita non vengono dimenticati i tanti ragazzi attualmente “daspati”: a loro viene intonato un coro di vicinanza e solidarietà.
Nella ripresa è la squadra di casa a crederci di più, evidentemente nell’intervallo il mister Leo Acori ha saputo trasmettere ai propri giocatori
la consapevolezza di poter ribaltare il risultato, o per lo meno mi piace crederlo. L’ennesima sconfitta avrebbe avvicinato il Rimini pericolosamente a ridosso della zona retrocessione, così i romagnoli dapprima allontanano questi spettri trovando il pareggio, poi nei minuti finali, da una mischia in area, spunta la testa di un difensore che sigla la rete del definitivo successo, questa volta per la felicità di tutto il pubblico di fede biancorossa e con la squadra che, di lì a poco, si porta sotto la curva per i festeggiamenti di rito.
Gilberto Poggi