Il Rimini torna tra le mura amiche dello stadio Romeo Neri dove affronterà la formazione lombarda della Feralpi Salò. I romagnoli sono reduci dalla sconfitta subita a Teramo dove, a parte l’aspetto puramente calcistico, la tifoseria s’è dovuta confrontare con un sempre impegnativo banco di prova, vista la storica rivalità che la divide dagli abruzzesi. Non è nemmeno un caso se, negli anni, la trasferta sia stata più volte vietata per motivi di ordine pubblico sia all’una che all’altra fazione.

Pure in quest’ultima occasione, le due tifoserie sono venute nuovamente a contatto prima della partita, nei pressi di un bar dove i Riminesi si erano fermati a ristorarsi prima di raggiungere il settore ospite. Il pronto intervento delle forze dell’ordine dispiegate in zona stadio ha interrotto lo scontro e portato al fermo sul posto, con la conseguente identificazione dei presenti e addirittura il divieto agli ospiti di raggiungere lo stadio a tifare per la propria squadra.

Nel giro di pochi minuti qualche sito internet locale faceva già circolare la notizia, poi rimbalzata anche in terra romagnola con annesso solito corollario di foto, video e titoloni acchiappa-like. Non è perciò un caso se questa sera, contro la FeralpiSalò, i primi cori partiti dalla Curva Est siano tutti indirizzati contro la stampa locale, colpevole appunto di sciatto sensazionalismo solo per attirare morbosamente l’interesse dei lettori.

Sul fronte ospite, la squadra lombarda è seguita da una dozzina di tifosi con varie pezze tra cui spicca “Vecchia Guardia”, seppur la maggioranza sia relativamente giovane. Nei 90 minuti di gioco rimangono praticamente sempre in silenzio, la loro è di fatto una mera presenza fisica ma vocalmente lasciano alquanto a desiderare.

I ragazzi della Curva Est fanno quadrato a centro del settore: per il momento i fatti di Teramo non influiscono, anche se ovviamente la sensazione è quella della proverbiale spada di Damocle pendente sulla testa, con le indagini ancora in corso da parte della questura che aveva già identificato tanti dei presenti a Teramo e diversi provvedimenti restrittivi che aleggiano come un oscuro presagio.

Nel corso del primo tempo la Est dedica un lungo striscione per sensibilizzare al salvataggio della locale squadra di baseball, in grande sofferenza dopo l’uscita di scena dello storico presidente Rino Zangheri per motivi di salute. Così dopo la pallacanestro, il calcio, ora anche il baseball, non esiste sport cittadino che non abbia o non abbia avuto difficoltà nella sopravvivenza economica del proprio sodalizio di rappresentanza.

Nella ripresa è la squadra ospite ad imporre il proprio gioco in campo riuscendo, nel giro di pochi minuti, a portarsi in vantaggio, d’altronde la posizione in classifica parla chiaro e non sembra mentire, tanto che al novantesimo il Rimini esce sconfitto.

Nel frattempo la Est espone un secondo striscione, questa volta mettendo nel mirino esponenti della società biancorossa e vertici della Lega per alcune recenti interviste sempre riferite al pre-partita di Teramo.

La Est comunque è viva e ci tiene a dimostrarlo colorandosi al novantesimo con una sciarpata che si leva proprio mentre i giocatori lasciano il campo a capo chino, amareggiati per l’ennesima sconfitta. Fa da contraltare la gioia degli ospiti con la squadra che si porta sotto il settore per salutare la dozzina di tifosi azzurri giunti fin qui.

Gilberto Poggi