Parte con il migliore dei modi il nuovo anno del Rimini; una vittoria casalinga ai danni della più quotata Feralpi Salò riporta un po’ di entusiasmo e fiducia al popolo biancorosso, deluso e arrabbiato con l’attuale presidenza per i risultati deludenti della squadra, relegata all’ultimo posto in classifica e con un futuro incerto che non lascia tranquilli.
Il mercato di riparazione di gennaio ha portato in riva all’Adriatico qualche nuovo giocatore che ha già dato più qualità e sostanza alla rosa biancorossa, costruita in modo improvvisato durante l’estate passata, anche a causa del cambio dell’allenatore e del direttore sportivo ancora prima che il campionato iniziasse.
Ma con gli arrivi ci sono state anche alcune partenze che hanno lasciato l’amaro in bocca alla maggior parte dei tifosi biancorossi; una su tutte la partenza verso un’altra squadra del portiere Francesco Scotti, uno dei pochi ”idoli” che la Curva Est riconosce come tali per il suo attaccamento e per l’amore che ha saputo dimostrare verso la maglia che ha indossato per molti anni e verso la città di Rimini. Oggi la Curva Est avrebbe voluto esporre uno striscione di saluto e gratitudine in suo onore, ma, non essendo stato autorizzato, è stata vietata l’esposizione all’interno
dello stadio. Gli ultras malatestiani sono stati costretti ad esporlo all’esterno del proprio settore.
Stesso discorso anche per lo striscione che recitava ‘’Dalle tribune ai settori popolari, no agli esperimenti sociali ‘‘. Infatti nella giornata odierna molte curve italiane, sia di calcio che di basket, hanno aderito all’iniziativa comune di esporre lo stesso striscione per avere un riscontro maggiore a livello nazionale, e anche la Curva Est non è mancata all’appello.
L’iniziativa, va ricordato, è nata a Viterbo dall’incontro avvenuto, alcuni giorni prima, tra esponenti di tantissime tifoserie (per la maggior parte di serie B, C e categorie minori) e cerca di far emergere come, in determinate situazioni, l’unico strumento di repressione che lo stato conosca per debellare il mondo degli ultras è quello di ”daspare” centinaia di ragazzi, con la scusa del solito slogan di “riportare le famiglie allo stadio”. Stadio che si è sempre più trasformato in un teatro con prezzi dei biglietti a cifre esorbitanti, che non tutti si possono più permettere. Sicuramente seguiranno altre iniziative, perché se in futuro continuerà un dialogo costruttivo anche tra tifoserie nemiche, magari allora si riuscirà a salvare almeno qualcosa di quel grande movimento giovanile nato oltre 50 anni fa e che, nei decenni, ha aggregato decine di migliaia di ragazzi.
Tornando alla partita odierna, nel settore ospiti sono circa una dozzina i leoni del Garda al seguito della formazione di Salò. Durante i 90 minuti solo qualche sporadico coro di incitamento alla propria formazione, guidati dal gruppo della Vecchia Guardia.
Nella Curva Est, colorata di svariate bandiere, si cerca di sostenere la squadra biancorossa senza soste, mettendo da parte rancore e delusioni. Oltretutto, il vantaggio iniziale proprio sotto la Curva Est è come una liberazione che fa ben sperare per il prosieguo della gara odierna.
Nella ripresa la curva si colora anche di una buona sciarpata nella parte centrale, sulle note dello storico inno “Rimini vai” copiato da altre curve nel corso degli anni.
Come dicevo il 2020 inizia bene, con una vittoria casalinga che ridà un po’ di buon umore alla piazza. Se il Rimini riuscirà a tirarsi fuori da questa brutta posizione di classifica, sarà anche grazie ai ragazzi della Est, che non abbandoneranno mai la propria squadra. L’auspicio è di salvaguardare la categoria a tutti i costi, per poi ripartite con una nuova proprietà che sia in grado di garantire una programmazione più consona alla città e alle ambizioni che questa si aspetta.
Gilberto Poggi