L’attesa è terminata, la frenesia che si è respirata nei giorni precedenti alla finale di coppa Italia di serie C è comunque servita a far tornare a Rimini la “febbre” biancorossa, una contagiosa passione il cui unico rammarico è che la si percepisca solo per i grandi avvenimenti, quando anche i classici “occasionali” si ricordano che la città ha anche una squadra di calcio.

Il colpo d’occhio con le tribune piene e festanti è sicuramente di buon auspicio e si spera almeno che questa semina nei giorni buoni, possa portar frutti e nuovi tifosi nei momenti meno felici. La società ha distrituito bandierire biancorosse in Laterale e nei Distinti, dove sono assiepati tanti ragazzini del settore giovanile con i rispettivi tecnici. Per agevolare un’affluenza maggiore, anche il settore ospite è stato diviso, riservandone una parte agli ospiti provenieti dalla città di Gorgonzola pervenuti in circa 200, numeri tranquillamente contenibili in uno solo dei due spicchi solitamente destinati agli ospiti. L’altra parte di settore è stata invece usata per alleggerire la forte richiesta di biglietti e accontentare qualche tifoso biancorosso in più.

Curva Est in grande spolvero questa sera, si mette l’abito di gala e impreziosisce la diretta TV adopeandosi, già dal prepartita, nell’allestimento della coreografia che coinvolge successivamente tutto il settore: cartoncini colorati e teloni, ripropongono in scala ovviamente maggiore il motivo e il font di una sciarpa di recente realizzazione. Un omaggio al movimento ultras cittadino che, con il bandierone centrale che propone una coccarda tricolore biancorossa, si completa alludendo senza mezzi termini all’obiettivo di questa serata. Se le allusioni non dovessero bastare, un lungo striscione togli qualsiasi spazio a dubbi o intepretazioni: “La storia ricorda solo i vincitori… tingiamo la coppa con i nostri colori”.

All’ingresso delle squadre in campo svariati fumogeni colorati e torce rendono l’ambiente ancora più suggestivo. Sembra un vero tuffo nel passato di ben vent’anni, in mezzo ai quali il Rimini ha attraversato lunghi anni tristi, toccando il punto più basso della sua storia e sprofondando addirittura nel campionato di Eccellenza regionale. A maggior ragione l’euforia odierna è più che giustificata e persino meritata, da certi punti di vista, segnatamente per quelli che sono i motivi che la generano cotanta felicità. Ancor più amplificata a fine partita.

Nel settore ospite, nonostante la sconfitta interna dell’andata, buona la presenza al seguito della squadra di Gorgonzola, con la Gioventù Biancoazzurra decisamente più attiva rispetto ai loro vicini degli Irriducibili. Si fanno notare per lo sventolio di bandiere e mostrano le loro sciarpe con orgoglio. Obiettivamente la loro vicinanza al capoluogo di regione li penalizza, difficile convivere con dei mostri sacri del nostro calcio come Milan e Inter, a maggiorr ragione lodevole è da ritenersi il tifo organizzato a supporto di questa piccola compagine ma dalla lunga tradizione, iniziata nel lontano 1909 e culiminata da qualche anno con alcune bellissime apparizioni nel mondo del professionismo.

La partita in campo si regge su un lungo equilibrio che alla fine dei novanta minuti resterà invariato. Decide la vittoria corsara dell’andata e al fischio finale, dopo aver sciorinato ottimamente tutto il proprio repertorio di cori, striscioni (con immancabili dediche ai diffidati), bandieroni e battimani, la folla può prorompere in un boato di gioia incontenibile: Rimini è finalmente tornata campione.

Gilberto Poggi