Con il mese di marzo, il girone B della Serie C torna a disputare le sue gare nel giorno canonico, la domenica pomeriggio. In questa domenica pomeriggio, il Rimini ospita la formazione umbra del Gubbio a quindici anni dall’ultima volta, allorquando si sfidarono nella finale playoff la promozione dalla C2 alla C1: nel doppio confronto, per gli amanti delle statistiche, fu il Rimini a garantirsi il salto di categoria.

Passati gli anni non è però scemata la rivalità tra le due tifoserie, esacerbata dallo striscione “Brigata San Marco” degli eugubini di cui entrarono in possesso i romagnoli dopo la partita di Gubbio della già citata sfida playoff.

Da allora le strade delle due compagini hanno preso direzioni sempre diverse, per quanto simili tanto che sia il Rimini che il Gubbio sono riuscite in diversi momenti a guadagnarsi la Serie B, salvo poi pagarla al caro prezzo di retrocessioni, mancate iscrizioni o addirittura fallimenti, come è capitato ai biancorossi rivieraschi.

Nella giornata odierna un discreto sole accompagna questa sfida importante sia in campo che sugli spalti. La classifica è favorevole agli
ospiti, ma il Rimini deve obbligatoriamente vendicare la sconfitta in Umbria dell’andata per uscire dal pantano dei bassifondi della classifica.

Il contingente ospiti giunge a ridosso del fischio d’inizio e si posiziona al centro del settore con in primo piano lo striscione dei “Gubbio Supporters”, gruppo guida dei rossoblù dallo scioglimento del gruppo storico degli “Ultrà”. Numericamente non portano numeri eccezionali, ma la quarantina circa di presenti, con l’appoggio di qualche “amico” venuto da Forlì a rinsaldare l’amicizia, risultano comunque attivi e colorato. Ovviamente fin dal loro ingresso nel settore non si fanno pregare per intonare cori di sfottò verso i rivali sia della Curva Est che degli altri settori dello stadio.

Con il passare dei minuti anche la Curva Est vede aumentare i propri effettivi: evidentemente le file ai botteghini e le operazioni di pre-filtraggio allungano oltre modo i tempi di ingresso. Oltre ai consueti bandieroni, si possono notare dei nuovi due aste griffati “REDWHITE SUPPORTERS”.

Entrambe le tifoserie rimangono molto attive nel tifo, con sventolio di bandiere e manate al cielo che accompagnano il duello sugli spalti: avere un dirimpettaio con cui misurarsi rappresenta sempre uno stimolo in più. Da menzionare nel primo tempo anche una discreta sciarpata che colora di biancorosso la Est.

Dopo l’intervallo usato per ritemprarsi dalla calda giornata, entrambe le curve tornano a tifare come nel primo tempo, con manate e bandiere che la fanno da padrona.

I noti fatti del dopo Fiorentina – Atalanta di Coppa Italia, che hanno visto le forze dell’ordine protagoniste dell’ennesimo abuso di potere verso i tifosi, trovano eco anche nella curva biancorossa che, così come in tantissime curve in Italia e non solo, esprime solidarietà tanto ai bergamaschi quanto ai Livornesi che, nella trasferta di La Spezia, avevano ricevuto pari trattamento da bestie perpetrato da chi, teoricamente, è pagato per difendere i cittadini e non per picchiarli. La prova provata, insomma, che il tifoso, peggio ancora se ultras, è per lo più visto come un cittadino di Serie B.

Sul terreno di gioco è la squadra ospite a portarsi in vantaggio, per la gioia dei supporters rossoblù, ma lo svantaggio non ferma l’incitamento della Est che, nel giro di pochi minuti, spinge il Rimini al goal del pareggio.

Gli ospiti solo nei minuti finali espongono diverse diverse bandierine a tinta unica, rosse e blu, che creano un bell’effetto nonostante stia calando la luce.

Al triplice fischio finisce con un pareggio in campo: entrambe le squadre si portano sotto i rispettivi settori per ringraziare chi li ha sostenuti, anche se i tifosi di casa sono tutt’altro che contenti per questo striminzito pareggio interno che rimanda ancora una volta il rilancio delle proprie ambizioni e i cori che si levano dalla Est non sono di certo equivocabili in tal senso.

Gilberto Poggi