Tutto molto bello. Nello scontro tra prima e seconda, il Rimini piega l’Imolese per 2-1, con tutte le reti messe a segno in un primo tempo davvero convincente e, nonostante una seconda frazione di gioco come al solito molto sofferta, si porta a +10 dai rossoblù a poche giornate dal termine. L’idillio è completato da una cornice di pubblico davvero notevole per la quarta serie regionale, con circa 2.300 abbonati e 800 paganti, stando ai giornali. La curva di casa sfodera una buona prestazione vocale, con un bel blocco centrale sempre attivo, un paio di bandieroni al vento e una sciarpata finale ben partecipata, a tingere di biancorosso i grigi spalti in lamiera. Molto bello, il tutto, come dicevo.

In ciò però vi sono delle falle, o, per meglio dire, degli elementi ampiamente migliorabili. Le due squadre infatti sarebbero state disponibili a disputare il match in serale, e tale scelta avrebbe certamente favorito l’affluenza del pubblico; la questura ha però disposto che il big match fosse da giocare alle 15 di mercoledì. Bella roba, anche perché davanti chi c’è? Una tifoseria semi inesistente, “attempata” l’ha definita qualcuno, che si è presentata in una 50ina di persone scandendo, nell’arco dei 90 minuti, un paio di cori a ripetere il nome della squadra. Per dare forza alla protesta e sottolineare la discutibile decisione, nella curva di casa viene scelto di appendere uno striscione in carta a sottolineare come il calcio sia della gente, sopra al quale alcuni ragazzi giunti da Friburgo attaccano una loro pezza.

Il Rimini è a un soffio dalla C, la società mi dicono sia solida e quindi in futuro i match vedranno una affluenza certamente maggiore, forse esponenziale rispetto a oggi. Il segnale dato da chi organizza non è confortevole; mi viene in mente il film L’odio, di metà anni ’90, ambientato nelle banlieu parigine sconvolte da sommosse di profondo carattere sociale. Il finale è, a mio dire, illuminante. Uno dei tre protagonisti, Said, chiude gli occhi e la voce narrante spiega come ci troviamo in una società che precipita e che continua a ripetersi che fin qui va tutto bene; il problema vero però è l’atterraggio. Fuor di metafora, conoscendo la C e i suoi orari, come verranno organizzate le partite? Se il Rimini dovrà giocarsi qualcosa di valore piazzeremo il match alle 18:30 di venerdì, come accade già nella terza serie nazionale?

Tante domande, poche certezze, tranne quella che una piazza in fin dei conti storica del calcio italiano si sta rialzando, e la sua città ha risposto presente. E fin qui, tutto bene.

Testo di Amedeo Zoller.
Foto di Gilberto Poggi.