Smaltita la delusione per la sconfitta casalinga subita alla seconda giornata nel derby contro il Cesena , il Rimini si ritrova nuovamente tra le mura amiche per affrontare la squadra sarda dell’Olbia. L’ultimo incontro fra le due compagini risale addirittura a metà anni ’70 ed anche allora le due formazioni erano impegnate a disputare il campionato di Serie C.

Le presenze allo stadio, tornando nuovamente con la mente al derby, sono molto al di sotto di quella partita: il tabellino parla di poco più di 2.500 spettatori tra paganti e quota abbonati, con appena due impavidi sostenitori della squadra ospite giunti da Olbia e sistemati nel settore locale della Tribuna laterale scoperta lato monte. Che non sia considerata una partita di “cartello” ci può anche stare sulla carta, ma la crescita come tifoseria passerebbe anche dalla riconferma di certi numeri al di là di posizione in classifica e avversario di turno. A prescindere dal resto della piazza, la Est è comunque in vena di riconferme e tanto basta, ma andiamo con ordine.

Prima del fischio d’inizio, la Lega Pro ha indetto un minuto di silenzio in solidarietà con le vittime dell’alluvione che ha colpito la provincia di Pesaro e Ancona a cui segue un lungo e sentito applauso dalle tribune del “Romeo Neri”.

In Curva Est il nuovo gruppo omonimo riesce a raccogliere e compattare a centro settore un buon gruppo, presenti anche gli amici giunti da Civitanova con la pezza “Piazza Conchiglia”, a rinsaldare un legame di fratellanza che resiste nonostante le disavventure sportive delle due squadre. Durante tutta la gara, il tifo si mantiene su buoni livelli, un prevedibile monologo biancorosso con i due ospiti che possono solo assistere passivamente alla sconfitta della loro amata squadra. Con un netto 3 a 0 infatti, il Rimini si sbarazza agevolmente della formazione Isolana dell’ex Ragatzu e sale così nella parte alta della classifica.

Da segnalare infine che nella Est, tra manate al cielo e sventolio di bandieroni, c’è tempo per ricordare Ozzy, un fratello di Curva in un momento complicato della propria vita, a cui dedicano uno striscione di incoraggiamento.

Gilberto Poggi