Al Palazzetto dello Sport Flaminio di Rimini i padroni di casa ospitano Pistoia. Ai fini della classifica è uno scontro abbastanza importante per il Rimini, dato che in caso di vittoria e contemporanea sconfitta della Fortitudo contro la capolista Forlì, guadagnerebbe una posizione; lo è pure per gli ospiti, anche se, salvo un inatteso (e infatti non mantenuto) ribaltone di Cento a Chieti, il terzo posto è segnato a prescindere dal risultato odierno.

Non ero mai stato in questo Palasport: con tutti i settori vicini al campo e una capienza non esagerata (a differenza del dispersivo RDS Stadium) ma comunque da più di 3mila posti, l’ambiente ne risente in meglio, oggi come nelle altre partite casalinghe. Le presenze infatti sono decisamente positive: bel colpo d’occhio quello della curva riminese tutta in piedi; non è usuale infatti trovare curve in cui tutti i presenti rimangano in piedi per tutta la partita. Nonostante il tifo attivo sia espresso dallo zoccolo duro del Barrio, supportato dai gemellati di San Benedetto del Tronto (che conferma la piacevole sinergia con l’ambiente calcistico) l’effetto visivo è sicuramente pregevole. 

Il settore ospiti, o ciò che dovrebbe rappresentarlo, è occupato da una 50ina di tifosi pistoiesi. La Baraonda si adopera intensamente nel supporto quest’oggi, dando vita a mio avviso a una delle migliori giornate di tifo (fuori da casa) della stagione. Prima di dedicarmi alla cronaca però mi preme descrivere la gestione del tifo ospite odierna: piazzare i toscani vicino al campo (dietro la loro panchina, per la precisione), oltre ad aver influenzato in maniera positiva il tifo pistoiese, ha determinato due potenziali problemi. Il primo è quello di aver mescolato pubblico casalingo e ospite; come scrissi all’andata, la rivalità sembra essere un po’ scemata tra le due parti, almeno nel mondo basket, ma una provocazione, una scintilla, un innesco sarebbe potuto partire anche oggi, generando possibili problematiche di ordine pubblico, prontamente (immagino) redarguite con le maniere che l’ambiente del tifo conosce molto bene e le cui ripercussioni (ovviamente) sarebbero state solo a carico loro e non di chi commette certe leggerezze gestionali. L’altra questione è stata quella di limitare la visuale nei settori riminesi attorno agli ospiti, poiché (naturalmente) l’utilizzo di bandiere, salti, birre che volano, sono atteggiamenti che infastidiscono il pubblico riminese del basket, magari meno avvezzo al tifo più caldo. Anche se lo fosse, han comunque pagato il biglietto e ritrovarsi davanti una tifoseria energica come quella della Baraonda può risultare irritante. In più occasioni, anche con estrema educazione, qualche riminese si è permesso di chiedere ai tifoi ospiti o agli steward di non sventolare o “di alzare le bandiere soltanto quando attaccate dall’altra parte“. All’ennesima tragicomica richiesta, un dirigente della società riminese posizionato vicino al settore ospiti scioglie le riserve nei confronti di pubblico casalingo e steward: “loro sono ultras e sventolano quando e cosa vogliono!”. Che belle parole odono le mie orecchie..!

Relativamente allo svolgimento del tifo, entrambe le fazioni si dedicano in modo energico all’appoggio dei propri beniamini in campo; solamente a metà primo quarto il Barrio intona un portentoso e classico “Pistoiese pezzo di merda”, a cui ovviamente la Baraonda risponde per le rime rimanendo sull’evergreen con “Riminese pezzo di merda”, giusto per far pari. Era immaginabile, data la storica rivalità tra le due città, questo scambio di saluti ma visti i trascorsi dell’andata, in cui ambedue le frange pensarono ai fatti propri, salvo un rapido confronto al termine della partita tra un altro gruppo pistoiese e il settore ospiti romagnolo, non mi sarei stupito più di tanto se la linea della non considerazione fosse proseguita. Solo un altro episodio durante la partita, con “Razza toscana figli di puttana” contraccambiato con “siete come i forlivesi”, chiude il confronto tra i due gruppi.

Il tifo procede poi lineare da ambo le parti. Il Barrio inizia esponendo un copricurva, e da lì in poi darà vita a un incitamento stabile. Oltre al colpo d’occhio già citato, è davvero degna di menzione la sinergia con il resto del palazzetto: quando il Barrio chiama, il pubblico risponde, realizzando un ambiente veramente focoso. Se invece voglio trovare due piccolissimi appunti dall’alto del mio essere nessuno, sono i seguenti: le pause messe in atto sono davvero numerose e i partecipanti attivi al tifo (sicuramente discreti) potrebbero essere ancora maggiori, vista l’alta presenza di tifosi nel settore. Ma il primo episodio mi incuriosisce maggiormente: non ritengo essere una barriera determinata da chissà cosa, ma anzi sembra proprio una scelta, poiché ogni tanto vedo con i miei occhi la balaustra fare cenno di rallentare, come a non voler, tra mille virgolette, disturbare la propria squadra. Tutto ciò mi dà l’impressione che oltre a penalizzare una bella curva come quella riminese, viene avvantaggiato un indiavolato tifo ospite, contenuto (ma non rallentato) forse soltanto dal numero ristretto di presenti al cospetto degli spettatori casalinghi.

Tra sciarpate, bandiere, battimani, cori a ripetere o cori lunghi tenuti con perseveranza, la Baraonda non si fa mancare davvero niente, riprendendo fiato in poche occasioni come le pubblicità o gli interventi dello speaker. 

La partita è molto tirata e a tratti nervosa: vengono espulsi direttore generale e allenatore di Pistoia, alimentando quindi l’ambiente infernale di quest’oggi prodotto da entrambe le tifoserie. Ora ha un buon vantaggio Rimini, ora Pistoia è di nuovo avanti, così fino al termine del match che vede festeggiare gli ospiti assieme alla propria tifoseria, grazie alla vittoria per 77 a 74. Nient’altro da segnalare al termine delle ostilità.

Rimini chiude quindi sesta in classifica e Pistoia terza. Domenica prossima comincerà la seconda fase, utile per aumentare i punti in classifica per i piazzamenti playoff e per (teoricamente) dare altri incassi alle varie società. Rimini nel girone Bianco giocherà in casa e fuori, affrontando le impegnative trasferte di Trapani, Agrigento e, per cominciare Latina, con l’intenro di rimanere in scia di un buon piazzamento playoff. Pistoia nel girone Giallo invece sfiderà Treviglio, Cantù e Vanoli Cremona. Il primo impegno sarà domenica 2 aprile in quella che è diventata una classica ed interessante sfida delle ultime stagioni, tra Serie A e A2, contro i rivali di Cantù.

Mi preme rimarcare come la serata di stasera rientri tra quelle che più aiutano a sfatare i falsi tabù sul mondo ultras cestistico italiano, viste le generose prestazioni messe in atto da i due gruppi.

Testo di Edoardo Pacini
Foto di Gilberto Poggi