Con una posizione di classifica deficitaria alle spalle, il Rimini ospita il Ravenna che occupa invece i piani alti e con una vittoria si avvicinerebbe sempre più concretamente all’obiettivo playoff, a discapito di squadre anche più blasonate ma che stanno trovando non poche difficoltà ad imporsi.

La vicinanza e un ritrovato entusiasmo nella curva Mero portano oltre 300 supporter bizantini ad affollare il settore ospite in questa partita che è comunque abbastanza sentita da ambo le parti.

Ai più giovani andrebbe però ricordato che ad inizio anni ’90 le due tifoserie, sulla scorta del comune odio verso Cesena, avevano persino stretto un rapporto di amicizia con tanto di reciproche visite nelle partite più sentite, ma poi il logorio del tempo (invero abbastanza veloce) ha deteriorato i rapporti che, tanto in campionato quanto in amichevoli, hanno cominciato ad esser caratterizzati da screzi e scaramucce continue.

Il giorno prima di questa partita, consapevole del momento negativo della formazione biancorossa, la Curva Est Rimini si è presentati con una nutrita rappresentanza alla rifinitura per spronare i propri ragazzi a metterci cuore e grinta per vincere questo importante derby, soprattutto per la posizione di classifica da cui risollevarsi quanto prima.

L’annunciata coreografia per la quale i “Red White Supporters” avevano chiesto presenza anticipata sui gradoni, è stata però inficiata da lunghe code al botteghino e ai tornelli protrattesi oltre l’ingresso delle squadre in campo. Nonostante tutto, la parte centrale si colora di biancorosso con a centro curva lo striscione: “PADRONI DELLA RIVIERA”.

Nel settore ospite, affollato sin da subito dai giallorossi, spiccano le varie pezze del loro tifo fra le quali, in particolare, quella dedicata a “Muffa”, amico di curva recentemente scomparso. Non si sono fatte attendere troppo le prime schermaglie verso i locali, mentre il colore ha trovato ampio sfoggio in bandiere di varie dimensioni, prestazione di buon livello non solo nell’impatto visivo ma anche dal punto di vista prettamente vocale sul quale l’entusiasmo ravennate funge da carburante aggiuntivo.

Già nel primo tempo il Ravenna si porta in vantaggio e con esso prende man mano corpo lo spettro dell’ennesima domenica nefasta per la squadra biancorossa, sempre più in crisi di identità e incapace di reagire fin dalle prima difficoltà, con i primi impietosi fischi che piovono dagli spalti all’indirizzo dei giocatori in campo e del mister in panchina.

I primi quarantacinque minuti scivolano senza altri sussulti sul terreno di gioco, mentre sulle gradinate la sfida rimane sempre viva fra il settore ospite che porta avanti il suo tifo con le bandiere sempre al vento e la Est di casa che deve dar fondo a tutte le proprie riserve, dato il ben differente stato d’animo.

La ripresa si apre con gli ospiti che, come sempre, dedicano il primo coro al compianto Vittorio Mero a cui è intitolato il loro settore, poi con il passare dei minuti e la vittoria sempre più in pugno trascinano tutto il settore al tifo: è la classica partita da dentro o fuori la cui vittoria non solo potrebbe spingere in paradiso il Ravenna, ma anche all’inferno la formazione di casa e tutto ciò, ovviamente, si ripercuote e si rivive nelle emozioni che si rincorrono in questi novanta giri di lancette.

La Curva Est non molla e si esibisce in una discreta sciarpata alla quale risponde successivamente anche il settore ospite che leva alto al cielo sciarpe e bandieroni.

I riminesi espongono inoltre uno striscione che, sulla base delle tradizionali contrapposizioni intra-regionali, polemizza sulla storica amicizia che lega i romagnoli ravennati agli emiliani del Bologna; striscione ovviamente accolto da fischi di disapprovazione della parte opposta.

Al triplice fischio il derby si tinge definitivamente di giallorosso, qualche focolaio di rissa di accende in campo tra giocatori, poi la festa di quelli ospiti si sposta in blocco sotto il settore ospite a cantare e saltare con i propri tifosi.

Il Rimini lascia invece il campo a testa bassa con la curva che contesta e invita tutti ad andare a cercarsi un lavoro dove possano mostrare uno straccio di competenza e di decenza in più rispetto a questo. Contestazione che poi si sposta anche all’esterno dello stadio e all’interno della sala stampa, mentre non si registra nessun tipo di problema tra le due fazioni, tenute a debita distanza dalle numerose forze dell’Ordine presenti quest’oggi.

Gilberto Poggi