Un’intera giornata di pioggia condiziona in modo negativo le presenze di pubblico di questo derby del lunedì sera fra Rimini e Ravenna, a cui la diretta televisiva di Raisport dà l’ultimo colpo di grazia. Le due formazioni occupano la parte bassa della classifica e solo una vittoria le rilancerebbe in una zona più tranquilla, con meno patemi sul futuro.

Dalla vicina Ravenna sono poco meno di 200 i giallorossi al seguito, un numero inferiore rispetto allo scorso campionato, quando la formazione bizantina si posizionava in zona playoff e la partita fu disputata nella canonica domenica. Anche il colore non è stato lo stesso offerto dai bei bandieroni sventolati lo scorso anno, che ad ogni modo, con queste condizioni meteo, sarebbe stato impossibile usare. A irrobustire un po’ l’impatto cromatico, ci pensano le svariate pezze giallorosse esposte dagli Ultras Ravenna e soci in balaustra. Il loro ingresso nel settore ospite è caratterizzato subito da cori di sfottò verso la tifoseria biancorossa.

Venendo ai riminesi, come detto, presenze davvero scarse in tutti i settori dello stadio, curva compresa. Al di là dei risultati negativi della formazione biancorossa, delle tante diffide che hanno portato ad una sospensione dei gruppi organizzati della Curva Est, più di tutto è stato il muro contro muro che si è venuto a creare con l’attuale dirigenza a contribuire al progressivo disamoramento alla squadra della città, con lo stadio che partita dopo partita continua inesorabilmente e visibilmente a svuotarsi.

Nel primo tempo, la formazione di casa esprime un discreto calcio, culminato nel vantaggio che fa ben sperare per il proseguo del match, tant’è che nel settore ospite la delusione per lo svantaggio è evidente e si materializza in alcuni cori di frustrazione contro la squadra e mister Foschi.

La curva est di casa espone uno striscione per rispondere a quanto scritto in precedenza sulla fanzine giallorossa in merito alla fine del rapporto di amicizia che da inizio anni ’90 e per svariate stagioni aveva legato le due tifoserie. Ognuno ovviamente racconta la propria versione della storia, ma al di là dei punti di vista soggettivi e parlando di cose più oggettive, lo striscione, un po’ per il carattere usato e un po’ per il linguaggio criptico, non è stato capito dalla maggior parte dei presenti.

Da menzionare nel primo tempo una sciarpata nel settore ospite e un tifo constante fatto sia di sfottò alla curva di casa che di sostegno alla propria formazione, che soprattutto nel primo tempo appare in balia dell’avversario.

Lo stadio di Rimini, con le curve molto lontane dal terreno di gioco, non agevola sicuramente il tifo vocale, ma ad inizio ripresa dal settore ospite il primo coro scandito in ricordo di Vittorio Mero riesco a sentirlo distintamente anche ad un settore di distanza.

Quando è la tifoseria di casa ad attraversare il suo momento migliore, con le sciarpe che fanno da sfondo allo storico inno “Rimini vai”, è la squadra ospite a trovare il pareggio e, nel giro di un paio di minuti, realizzare il sorpasso per la felicità dei suoi tifosi, ipotecando una vittoria che riposiziona il Ravenna in una situazione di classifica molto più tranquilla.

Umori ovviamente e diametralmente opposti in casa Rimini, con la curva che intona cori contro il proprio presidente, considerato il primo artefice di questa situazione deficitaria in classifica, seppur nemmeno i giocatori siano risparmiati, con inequivocabili inviti ad un maggiore impegno. La squadra giallorossa si congeda da questo derby portandosi sotto il settore per festeggiare questa importante vittoria, sia per il morale che per la classifica.

Gilberto Poggi