Si sarebbe dovuta giocare a porte chiuse questa importante partita del Rimini contro il Romagna Centro. Importante soprattutto perché in caso di vittoria dei biancorossi e mancata vittoria dell’Imolese impegnata in casa della Pianese, il ritorno in Serie C sarebbe finalmente matematico. Il rischio di guastare una festa così lungamente attesa deriva dalla sanzione inflitta dalla Lega per il lancio di una bottiglietta d’acqua contro un avversario nella precedente partita casalinga. Venerdì invece, quasi al fotofinish, è arrivata la bella notizia: il presidente del Rimini, recandosi direttamente nella sede della Lega D, è riuscito a tramutare la sanzione in una multa pecuniaria, ma che consentisse di giocare a porte aperte, davanti al proprio pubblico e in una cornice degna di nota, agevolata dalla scelta di abbassare il prezzo dei biglietti di tutti i settori alla simbolica cifra di 1 €.

 

I ragazzi della Curva Est, già dalle settimane precedenti si sono impegnati nella preparazione di una bella coreografia, realizzata interamente a mano grazie all’impegno di quanti, nelle ore serali, dopo il proprio lavoro, si sono prodigati per rendere realtà il bel telone copricurva che ha inoltre richiesto un certo sforzo economico nell’acquisto dei materiali.

 

Quando le squadre fanno il loro ingresso in campo, dalla Est viene svelato l’enorme telone recante la data di nascita della compagine riminese, con al centro il suo simbolo storico, molto amato dai supporter biancorossi.

 

Sul fronte ospite, come preventivabile, nessuna forma di sostegno alla squadra di Martorano ed è sempre un peccato l’assenza di confronto tra tifoserie, specialmente in una sfida di alta classifica come questa che avrebbe potuto trovare qualche stimolo ulteriore nella partecipazione sugli spalti.

 

Il Rimini in campo parte subito forte, spinto anche dal calore provenire dalla curva che quest’oggi presenta un bel colpo d’occhio: bandiere, torce accese e il ritorno di qualche due aste personalizzato, che sono oltretutto di buon auspicio per il prossimo campionato in cui si spera i numeri possano aumentare, sia in curva ma anche negli altri settori dello stadio, considerando il potenziale numerico della città.

 

Quando il Rimini trova il vantaggio con l’attaccante Traini, tutta la squadra corre a festeggiarlo sotto la Est, a maggior ragione che dal campo in cui è impegnata l’Imolese arrivano notizie positive, visto che la squadra rossoblù sta perdendo.

 

La Est risponde con numerose manate e un tifo degno di nota, non dimenticandosi dei tanti amici che non possono essere presenti, dai diffidati di cui ci si augura un pronto ritorno a chi invece non potrà mai ritornare ma continua a vivere nel cuore dei presenti.

 

Nella ripresa è la squadra ospite che, trovando il pareggio, cerca di rovinare la festa ed è solo nei minuti finali, grazie all’invenzione del bomber Ambrosini che con un gran tiro da fuori area regala il vantaggio, che la Serie C romagnola diventa realtà con tre giornate d’anticipo, per la gioia di tutto il pubblico presente quest’oggi, quantificabile in 3.250 unità stando ai dati ufficiali.

 

Sulle ali dell’entusiasmo, l’immancabile sciarpata che colora la curva est fa da preludio al grido

“serie C, serie C” con tutto lo stadio che, da qui in poi, partecipa ai cori della curva in attesa solo del triplice fischio che faccia partire i festeggiamenti: nel giro di pochi minuti arriva la classica invasione di campo a suggello del sogno di riabbracciare il calcio professionistico ad appena due anni dalla mancata iscrizione alla Lega Pro che aveva costretto la ripartenza dall’Eccellenza. Due promozioni in due anni per tornare nel calcio che conta, con i ragazzi della Curva Est che, pur senza lesinare critiche nei confronti di questa nuova società, non hanno mai abbandonato la squadra, passando per campetti parrocchiali varcati nel campionato di Eccellenza alle strutture non meglio adeguate viste anche in serie D, ma con la prospettiva e il sogno – finalmente realizzato – di poter tornare a rispolverare vecchie rivalità mai sopite e vivere nuove avventure da raccontare negli anni a seguire.

Gilberto Poggi