A tre giornate dalla fine del campionato di Serie D, il verdetto finale non è stato ancora scritto. I recenti passi falsi sia della capolista Rimini che dell’inseguitrice Ravenna che non ne ha saputo approfittare, lasciano ancora una flebile speranza ai giallorossi Bizantini, ma con i sei punti di vantaggio sono i riminesi ad avere in mano le redini del propio destino e poter tornare, a distanza di due anni, nel calcio professionistico.

L’avversario odierno è il modesto Seravezza Pozzi, squadra Toscana della provincia di Lucca che occupa una posizione di classifica medio bassa, infatti la squadra di casa non ci impiega molto a portarsi in vantaggio per poi amministrare il gioco nell’arco dei novanta minuti che chiude poi con un netto 3 a 0. Le notizie che però giungono da Ravenna parlano dei locali in vantaggio, ragion per cui per il suffragio della matematica bisogna aspettare la prossima settimana, penultima di calendario che vede il Rimini ospite a Sasso Marconi mentre i giallorossi, sempre tra le mura amiche, affrontano il Borgo San Donnino.

La Curva Est si è presentata più colorata e numerosa rispetto alle ultime prestazioni non propriamente esaltanti. In balaustra viene affisso lo striscione “Conquistala per noi” e rispolverato per l’occasione un vecchio copricurva a scacchi biancorosso, accompagnato da qualche fumogeno colorato.

Al di là della posizione di classifica o categoria c’è anche un anniversario da onorare, quello di un vecchio ultras scomparso 25 anni fa, quel Marco Caruso che, megafono alla mano, faceva cantare la Curva Est. E la Est ha deciso di ricordarlo con un vecchio striscione in sua memoria, “Caruso nei nostri cuori”, la cui esposizione negli anni passati costò numerosi anni di diffida a diversi ragazzi, in un periodo storico in cui la questura sembrava avida di pretesti per colpire il tifo. Questa volta per fortuna non ci sono assurdi divieti di esposizione e nel secondo tempo, un lungo striscione usa e getta viene esposto in Curva, mentre tutto il resto dello stadio lo applaude calorosamente.

Ovviamente, non potendo contare la squadra ospite su nessun supporto di tifo, sugli spalti è un monologo biancorosso per tutti i 90 minuti. Il livello canoro si mantiene su buoni standard, la voglia di scrollarsi di dosso questi due anni di serie D è tanta e già si pensa, e si sente in qualche coro, alle future rivalità che il campionato di Serie C potrà proporre. Da menzionare un paio di belle sciarpate, una per tempo, e lo sventolio continuo di svariati bandieroni. Al triplice fischio tutta la formazione riminese si porta sotto la Est per un anticipo di quella festa per la quale si aspetta solo la matematica.

Gilberto Poggi