Così come nella scorsa stagione, il Rimini si ritrova a disputare la semifinale di coppa Italia di serie C contro una squadra siciliana. Lo scorso anno nel doppio confronto contro il Catania, furono gli etnei ad avere la meglio in uno stadio infuocato. Numeri da serie A al “Massimino”, con 20.000 tifosi accorsi a sospingere i rossazzurri alla vittoria.

A lenire quei rimpianti, alimentati anche da un arbitraggio contestato dai romagnoli, è arrivata per fortuna subito questa possibilità di riscatto. Nella partita di andata a Trapani, decisamente inferiori le presenze rispetto a quelle clamorosamente fuori scala dello scorso anno, figlie anche del minor bacino di utenza trapanese e della minore tradizione calcistica di una compagine che ha sempre dovuto sgomitare in categorie inferiori rispetto ai blasonati corregionali della parte opposta dell’isola, regalandosi però anche piuttosto recentemente una B di non poco conto. Anche in quest’occasione i supporter biancorossi si sono difesi bene, “regalandosi” una lunga trasferta in quasi un centinaio di tifosi al seguito. Davvero niente male. Per la cronaca, al fischio finale le due squadre hanno impattato a reti bianche, quindi qualificazione alla finale rimandata al ritorno in quel di Rimini.

Discreto il pubblico che accoglie le squadre nella gara di ritorno, 2.364 secondo i dati ufficiali, con una bella coreografia in Curva Est realizzata con bandierine bianche e rosse a comporre una trama a bande verticali alternate. Come si usa in questi casi, i ragazzi della Est avevano fatto appello affinché tutti presenziassero con quanto più largo anticipo possibile, al fine di contribuire alla realizzazione della stessa, per questo e al fine di scaldare e compattare ulteriormente l’ambiente, un breve corteo ha visto muovere gli ultras dall’abituale ritrovo pre-partita della tifoseria fino alla curva, dove hanno fatto subito ingresso per adoperarsi appunto in questa prova di organizzazione e colore.

Nel settore ospite, i tifosi granata si presentano in un centinaio circa, supportati dalla preziosa presenza di studenti e lavoratori emigrati al centro-nord. Anche loro sognano ovviamente la finale e magari di alzare al cielo la stessa coppa Italia di categoria, che oltre l’ovvia soddisfazione legata al trofeo, regalerebbe la qualificazione ai playoff entrando in scena già dalla fasa nazionale. Una bella scorciatoia per quell’ulteriore e ancor più grande sogno chiamato Serie B, per il quale forse entrambe le formazioni sembrano meno attrezzate a giudicare dalla classifica attuale, ma la storia recente ci insegna che ad andare in B è sempre la squadra più in forma del momento e non quella più accreditata dai pronostici.

Tra le due tifoserie vige rispetto e indifferenza, tutte e due si dimostrano più propense a sostenere la propria formazione che spendersi in inutili e gratuti sfottò. Da sottolineare che assieme ai padroni di casa sono presenti gli amici di Civitanova, riconoscibili dalla pezza Piazza Conchiglia.

Se nel primo tempo il risultato non si sblocca, lasciando in bilico il passaggio del turno, nella ripresa il Rimini si scatena, trovando dapprima il meritato vantaggio per poi chiudere la contesa negli ultimi quindici minuti di gioco con un netto 3-0. Ovvi i festeggiamenti ad ogni goal dei calciatori biancorossi che corrono fin sotto il settore dei propri tifosi, che danno il meglio di sé quando ai cori si uniscono anche il resto dei presenti.

Nota di merito per gli ospiti che, nonostante il risultato negativo, non demordono ed oltre alla partecipazione e al sostegno, espongono le sciarpe granata a testimonianza che la fede è un atto di devozione che dura fino alla fine, a prescindere dal risultato in campo.

Il clima che si respira nella curva di casa è inevitabilmente di maggior entusiasmo, alimentato sempre più dalla consapevolezza di avere la finale in pugno che, seppur sia ancora da giocarsi e per quanto il trofeo sia forse più simbolico che altro, riempie comunque di orgoglio tutti i presenti. In attesa di conoscere chi tra Giana Erminio e Caldiero Terme sarà l’avversario da battere, in concomitanza con il triplice fischio finale esplode la festa con tutta la formazione biancorossa sotto la Est a prendersi e rendere gli applausi. La delusione dell’anno scorso è parzialmente risarcita: guarire quella ferita sarebbe la migliore delle rivincite.

Gilberto Poggi