Con ancora negli occhi la bella vittoria nel precedente turno di coppa Italia ai danni del Cesena, il Rimini si ritrova agli ottavi di finale, ancora una volta fra le mura amiche in gara secca, contrapposto al Vicenza. Inseriti nel girone A di serie C, l’occasione è anche propizia per una sfida che, tanto in campo quanto sugli spalti, deve il suo fascino proprio all’unicità, anche se, a dirla tutta, già quest’estate le due formazioni avevano disputato una partita amichevole allo stadio “Menti” di Vicenza.
La disputa è ovviamente in un giorno feriale per cui la partecipazione di pubblico è nettamente inferiore rispetto al precedente derby di coppa giocato l’1 novembre, a maggior ragione per questo è più importante lodare i presenti che criticare gli assenti, ancor più se la si guarda dall’ottica di chi si sobbarca una trasferta, spendendo soldi e giocandosi le ultime ferie pur di seguire la propria squadra. Nel caso specifico, dai piedi dei colli Berici giungono sulle rive dell’Adriatico ben 70 tifosi vicentini, secondo i dati ufficiali del botteghino.
All’esterno dello stadio l’atmosfera è rilassata, non si respira quella tensione palpabile da partita “calda” di campionato, gli ospiti fanno il loro ingresso nel settore ospite a pochi minuti dal fischio di inizio e oltre alle tante pezze appese in balaustra, si fanno notare per i loro bandieroni biancorossi sempre sventolati.
Stessi colori sociali per i padroni di casa, nella Curva Est la maggior parte dei presenti si compatta dietro lo striscione omonimo del gruppo. Lo zoccolo duro sembra non risentirne degli assenti e sfodera una bella prestazione canora. Anche tra le file romagnole, svariati bandieroni colorano il settore, fra i quali sventola sempre alto quello in ricordo di Andrea “Gavino”. In più riprese vengono accese anche delle torce, saggiamente lasciate a terra onde evitare quelle spiacevoli conseguenze che già nel recente passato, da queste parti, erano costate lo scioglimento di un gruppo colpito duramente da quella repressione che spesso scambia la legge per rappresaglia.
Sul terreno di gioco entrambe le formazioni onorano al meglio la gara, contendendosi il passaggio del turno in questa competizione che, oltre ad assegnare un trofeo sul cui prestigio si può dibattere, dà diritto a partecipare ai playoff, persino in una posizione di vantaggio rispetto a chi deve sobbarcarsi tutta la lunga trafila a partire dai primi turni eliminatori. Se nel primo tempo è la squadra ospite a sprecare una ghiotta occasione facendosi parare un calcio di rigore, nella ripresa stessa sorte capita al Rimini che però il rigore lo spedisce fuori dallo specchio della porta, finché nei minuti finali è il classico ex di turno Laverone, nonché capitano dei biancorossi di casa, a portare in vantaggio i suoi proprio sotto la Curva Est, dove per un certo rispetto verso gli ex compagni di squadra, esulta sì ma in maniera molto sobria.
Quando si aspetta solo il triplice fischio per decretare la vittoria riminese, ben oltre il novantesimo gli ospiti pareggiano e rimettono tutto in discussione, per la somma gioia dei tifosi vicentini che esultanza a parte, si erano fatto comunque notare per tutto l’arco della gara con un discreto tifo, incentrato su tanti battimani e con le bandiere sventolate di continuo.
I tempi supplementari vedono un inevitabile calo fisiologico anche per i ragazzi di entrambe le curve, il cui tifo registra qualche naturale momento di pausa, così come la stanchezza inizia a farsi sentire nelle gambe dei giocatori in campo.
Alla fine è la lotteria dei calci di rigore a decretare il passaggio del turno, premiando il Vicenza più lucido dal dischetto e così i suoi tifosi per il tutt’altro che scontato sacrificio infrasettimanale, in una stagione già a suo modo travagliata per le altalenanti vicende del campo, dalle quali comunque la fede trascende sempre. Applausi anche dai ragazzi della Est che invece in questa stagione, non possono che ritenersi soddisfatti di come la squadra sta onorando la loro tanto amata maglia a scacchi.
Gilberto Poggi