01Ci sono pubblicazioni che hanno fatto la storia e che ancora oggi sono realtà presenti e radicate in Italia quali ad esempio il Guerin Sportivo, che sono riuscite a superare le crisi dell’editoria e a resistere a cali di vendite che qualsiasi periodico cartaceo ha dovuto affrontare, tanti altri purtroppo non ce l’hanno fatta e sono scomparsi, più o meno tra il silenzio e l’indifferenza generale. “Supertifo” ricordo bene che fece questa triste fine, dopo alcuni ridimensionamenti in termine di pagine e affossato da costi di gestione elevati e dal poco appeal che ormai era stato in grado di ottenere nelle tifoserie organizzate. Pure io, le ultime volte, avevo smesso di acquistarlo, un pò perchè ormai era diventato solo un insieme di foto, spesso datate e già pubblicate in precedenza, e un pò perchè non riusciva più ad essere quello strumento di informazione sul mondo delle curve che era stato un tempo. Supertifo morì così, lasciando il posto nelle edicole a qualche altra sporadica pubblicazione simile che però non ebbe analoga fortuna.

Supertifo era un giornaletto fondamentalmente semplice, perchè pubblicava foto delle curve, però lo faceva in un periodo dove Internet non esisteva, e non c’erano molti modi per poter vivere questo mondo e capirne certe dinamiche se non frequentandole. Le televisioni riprendevano forse ancora meno di quanto fanno oggi i gruppi ultras allo stadio, o forse facevano un servizio migliore, perchè si limitavano a qualche inquadratura senza puntualmente accompagnarle a commenti e considerazioni totalmente assurde tipiche di questo periodo, e quindi Supertifo era il mezzo ideale per vedere la foto di una tifoseria in quella partita e avere una conferma visiva di quello che immaginavamo fosse successo in quello stadio. Per un lungo periodo della mia vita è stato quindi un appuntamento fisso in edicola, e ricordo ancora quante discussioni e quante pippe mentali mi facevo con gli amici vedendo le foto di qualche tifoseria in trasferta e noi a dire “minchia in quanti erano” oppure “soltanto questi? Noi saremmo andati il triplo di persone”. Che poi è quello che faccio ancora coi i miei amici “adulti” commentando le foto che si trovano in rete.

Oggi Supertifo è tornato in edicola, in un formato un pò più grande e con la particolarità che si potrà acquistare anche direttamente contattando la maggior parte delle tifoserie organizzate, almeno di A e B. Il primo numero è paradossalmente il più “semplice” da produrre perchè è un pò come se si fosse ripartiti da zero pubblicando la storia dei gruppi ultras di A e B, ma anche di altri sport, ma proprio per questo deve essere acquistato perchè va oltre ad essere un numero di un magazine che tratta l’argomento ultras, ma rappresenta una vera e propria guida scritta da chi la curva di pertinenza la frequenta e la vive tutti i giorni. La sfida di Supertifo che la redazione dovrà essere brava a vincere sarà quella, nel corso dei prossimi mesi, di mantenere in vita questo strumento trasformandolo in un qualcosa che non sia un mezzo per scambiarsi insulti o rappresenti una sola visione estrema, ma che dia a voce a tutti soprattutto argomentando e utilizzando i contributi di persone che combattono repressioni e diffidenza non con i soliti slogan privi di significato concreto. Non vorrei, insomma, leggere articoli di persone che a suon di “No alla tessera si alla passera” e “Tesserato ultras di Stato” se la cantano e se la suonano da soli. Non sarà facile riuscire in questo, soprattutto considerando che gran parte delle foto che vedremo pubblicate qui sopra è probabile vengano pubblicate prima su qualche blog o social, ma il fatto che ci siano persone che, seriamente, nel 2015 abbiano deciso di riprovarci credo che sia una bella cosa, e che questi “pazzi”  debbano essere supportati con fiducia ed entusiasmo.

Bentornato Supertifo, tu che mi hai fatto compagnia più del Corriere dei piccoli e di Topolino, e speriamo che davvero tu possa avere lunga vita.