Il pungente freddo dicembrino è arrivato anche a Roma e per molti il “Riano Athletic Center” non è certo il primo luogo della propria lista dove trascorrere le domeniche pre-natalizie. Io, qualche spettatore locale e una fiorente quantità di ragazzi giunti da Chieti non siamo dello stesso avviso e tutti insieme assistiamo alla quindicesima giornata del girone F di Serie D. La posta in palio sono tre punti che ai padroni di casa sarebbero utili per smuovere la classifica e allontanarsi dalla zona play out distante solamente un punto. Gli ospiti, che galleggiano nelle posizioni alte della classifica, hanno l’obbligo di riscattarsi conquistando una vittoria che manca da tre giornate in cui hanno rimediato un solo punto, contro la Recanatese, e due sconfitte contro l’Atletico Ascoli e nel derby contro L’Aquila.

I tifosi teatini, pronti ai loro posti con tanto di pezze appese già pochi minuti prima del fischio d’inizio, espongono due striscioni che non lasciano spazio a molte interpretazioni: “Basta chiacchiere”, “Vincere”. Proprio mentre quest’eloquente messaggio giganteggia nel settore, il classe ‘06 Nicholas Conti dopo soli due minuti porta in vantaggio il Chieti segnando all’esordio da titolare con i grandi. Le due tribune dedicate agli abruzzesi esplodono di gioia ma la forte e costante intensità sonora viene amplificata al ventottesimo quando Nicholas Di Filippo sigla il raddoppio. A placare gli animi ci pensa Hernandez che, al dodicesimo del secondo tempo, accorcia le distanze ma non scoraggia i tifosi appenninici che sostengono la propria squadra fino al novantesimo inoltrato. Ad avere la meglio sono proprio i ragazzi di mister Amaolo che a fine partita festeggiano cantando assieme ai propri sostenitori.

Da un punto di vista del tifo la partita è stata a senso unico, come d’altronde tutti gli incontri che si tengono qui nell’impianto sulla Tiberina: il Roma City dopo tre anni nella quarta categoria nazionale non è ancora riuscito ad attirare a sé un rilevante bacino di spettatori, data, secondo me, la pesante responsabilità di rappresentare l’intera Capitale e non una singola zona. La “Curva Volpi”, complice sicuramente anche il risultato favorevole, esegue una prestazione magnifica proponendo cori secchi ma soprattutto lunghi e ripetuti, cadenzati tutti da degli orecchiabili battimano. Un elemento degli ultras teatini che conoscevo ancora prima di domenica e che ho avuto modo di constatare è la lentezza con cui vengono intonati i propri canti: tutte le curve italiane hanno perso la “musicalità” che le caratterizzava fino alla seconda metà del duemila, in minor parte anche quella del Chieti, ma, tranne qualche eccezione, il tamburo riusciva a rallentare le voci unendole in una. Ero curioso dei “neroverdi” soprattutto per osservare questo fattore da vicino, quindi lascio lo stadio contento di aver appurato che ci sono ancora tifoserie senza la “fretta” di finire un coro. Un piccolo dettaglio forse, ma sono i dettagli che fanno la differenza.

Simone Coltellese