A volte il destino sembra volersi incastrare appositamente con alcune ricorrenze e far riemergere storie di vita vissuta, lontane ormai più di mezzo secolo. Sono esattamente cinquantadue gli anni di militanza compiuti – qualche giorno prima del match – dai Boys della Roma, una delle sigle più longeve del movimento ultras italiano, tornata in grande spolvero negli ultimi anni e oggi attivissima sul proprio muretto. La sorte ha voluto che questa data coincidesse con la partita tra i giallorossi e il Torino, non un’avversaria casuale per i romanisti, che forse contro i granata hanno conosciuto i primi, veri e cruenti, incidenti della loro storia lontano dall’Olimpico. Scontri che nacquero anche e soprattutto per la voglia di confronto dell’epoca, con i granata – tra i pionieri del tifo organizzato – visti con una mai celata ammirazione dai primi volti storici della Curva Sud. In particolar modo proprio dai Boys, che vennero fondati nel 1972 da Antonio Bongi come Boys Roma – Le furie giallorosse, un chiaro richiamo al gruppo guida della Nord interista. Quasi tutti provenienti dal quadrante nord della città (in particolar modo dalla Balduina) e sin da subito contraddistinti per le marcate simpatie destrorse, piazzarono inizialmente (fino al marzo del 1973) il loro striscione in Curva Nord, cominciando ad animarla con tamburi, bandiere, megafoni e trombe elettriche. In quella partita disputata al vecchio Comunale e segnata da pesanti scontri, i granata riuscirono a rubare (e successivamente dare alle fiamme) lo striscione del Roma Club Giuliano Taccola, mentre per i presenti – in particolar modo per lo stesso Bongi, che a più riprese ha citato quella giornata – segnò una sorta di inizio degli anni di piombo, in cui violenza e politica cominciarono a entrare fortemente sulle gradinate. La rivalità tra le due fazioni diverrà un must negli anni a venire, mutuata anche dal gemellaggio tra piemontesi e laziali.
Tornando alla ricorrenza odierna, oltre alla longevità è innegabile annoverare i Boys come uno degli aghi della bilancia del tifo giallorosso. Fondamentali per l’unione di tutti i gruppi che nel 1977 portò alla creazione del Commando Ultrà Curva Sud, ma sempre con uno spirito “autonomo”, tanto che in occasione della finale di Coppa dei Campioni con il Liverpool (maggio del 1984) fuoriuscirono dal progetto e il loro striscione riapparve nel settore. Un cambio generazionale che vedrà il gruppo sotto la guida di un altro personaggio storico della Sud, Pinuccio, fino alla metà degli anni novanta, quando sarà Paolo Zappavigna a prenderne in mano le redini, fino alla sua tragica scomparsa (2005). Un avvenimento che, giocoforza, portò il muretto a dover affrontare anni più difficili, dove anche le nuove leggi post-Raciti, la tessera, i biglietti nominativi e il mostruoso calo di spettatori in tutti gli stadi italiani giocarono un ruolo rilevante. Tuttavia negli ultimi anni il celebre muretto “alla destra del tabellone” ha cominciato lentamente a riprendere vita. Sia sottoforma di pezze e striscioni, che di militanza vera e propria. Vecchi, giovani, ultras navigati e comitive che man mano hanno oleato i loro ingranaggi, andando a ingrossare le fila, concorrendo a far tornare in auge lo storico gruppo romanista. Oggi senza dubbio tra i più attivi in casa e in trasferta. In grado di rispettare alla lettera un loro vecchio motto che, riferendosi al sole impresso sullo striscione, recitava: “Non c’è notte così lunga da impedire al nostro sole di risorgere”.
E sempre per volere del fato, la serata è resa ancor più particolare dalla riapparizione – dopo svariati anni – dello striscione da trasferta degli Ultras Granata nel settore ospiti. Non so se questo sia dovuto all’imminente celebrazione dei cinquantacinque anni del gruppo o al buon numero portato stasera all’Olimpico, tuttavia l’effetto visivo è notevolmente migliore rispetto alle stagioni precedenti. E anche la prestazione canora che ne consegue si mantiene per tutti i novanta minuti su buoni livelli, colorata dal costante sventolio dai bandieroni e resa “frizzante” dai diversi cori intonati contro un’agguerrita Curva Nord, che sin dal pre partita aveva stuzzicato i granata con il celebre coro “Guarda guarda sono loro…”. Sebbene negli ultimi decenni la rivalità esista ma non sia più ai livelli degli anni settanta e ottanta, è sempre bello constatare come abbia comunque travalicato le generazioni, tramandandosi dall’una e dall’altra parte.
Sempre parlando di tifo, ottimi spunti anche da parte dei padroni di casa, con la Sud che continua sulla falsariga delle ultime partite – cori al ritmo giusto, tenuti lungamente e che spesso vengono ripresi dal passato, un paio di sciarpate e battimani a tutta curva – e il gruppo posto in Nord lato ospiti che, come sempre, si mette in mostra durante l’arco del match. Da segnalare, in Sud, il bandierone con scritto Foro Italico FC che viene sventolato praticamente da tutti i muretti, volendo dare un chiaro segnale unitario. Il bandierone è un riferimento alla Palla, luogo storico del Foro Italico, per l’appunto, che in passato (prima che venisse ingabbiato nei prefiltraggi) è stato crocevia memorabile per decine di scorribande della tifoseria giallorossa. Merita menzione anche lo striscione “13-10-2024: la morte non è uguale per tutti”, con riferimento alla totale indifferenza di Lega e Federazione nei confronti della morte dei ragazzi di Foggia di ritorno da Potenza. A tal proposito la Sud “si prende” da sola il minuto di silenzio, al termine del quale scandisce diversi cori proprio contro la Lega. Ovviamente si attende cospicua multa dalla stessa, come già fatto nei confronti delle altre tifoserie che hanno manifestato il loro dissenso!
In campo la Roma riesce ad avere la meglio grazie a un rocambolesco gol di Paulo Dybala, che permette agli uomini di Juric di conquistare tre punti fondamentali in un periodo di crisi.
Simone Meloni