La “particolare” attitudine della Roma alle competizioni europee ha rischiato di tramutare in dramma sportivo anche una gara sulla carta agevole, con i giallorossi forti dell’1-0 conquistato una settimana prima in terra d’Olanda. Solo un gol di Abraham allo scadere ha sventato i tempi supplementari, che sarebbero stati d’uopo in virtù del vantaggio ospite siglato da Wittek a metà del secondo tempo. Un’esultanza sfrenata, in piena regola con il folle squilibrio mentale che attanaglia questa tifoseria ma che – a onor del vero – sono convinto abbia lasciato molto nel cuore degli oltre 40.000 presenti sugli spalti dell’Olimpico.
Perché a scanso di equivoci, il pubblico romanista ha fame di calcio internazionale e non ha dimostrato certo di snobbare questa nuova competizione. Sin dalle prime gare, sin dai 35.000 con il Cska Sofia. Lo si nota palesemente dal sostegno dello stadio intero, dalla fitta sciarpata iniziale e dall’urlo finale, a dir poco liberatorio dopo aver visto il fantasma dei tempi supplementari concretizzarsi minuto dopo minuto. Le scene di giubilo per le strade, i clacson festanti, la dicono lunga sullo “squilibrio mentale” a tinte giallorosse, un desiderio di festeggiare divenuto ormai maniacale. Il giorno che la Roma vinse il suo secondo scudetto, a maggio del 1983 sul campo del Genoa, il presidente Dino Viola disse testualmente: “Questo scudetto consente ai tifosi romanisti di allontanare un incubo e di uscire dalla prigionia di un sogno”. Ho sempre creduto che con quelle dichiarazioni Viola centrasse appieno lo spirito con cui i supporter giallorossi vivono la propria squadra.
Nel settore ospiti prendono posto circa 700 tifosi del Vitesse, con una ventina di loro che si accomodano separatamente sul muretto lato Curva Nord. Non conoscendo le dinamiche immagino si tratti della parte più radicale. Un po’ come constatato in Olanda il loro modo di tifare non è certamente indimenticabile; seguiranno il match quasi sempre in silenzio, accendendosi dopo il gol e provando una folkloristica “carica” verso la vetrata che li divide dal settore adiacente. Nota a margine: davvero insopportabile questa moda di esultare lanciando in aria la birra che si sta bevendo. Soprattutto se si considera quanto viene fatta pagare allo stadio.
A proposito di incubi e sogni: nel prossimo turno la Roma affronterà il Bodo, che nel girone le inflisse un clamoroso 6-1. Per tradizione i capitolini non sono particolarmente avvezzi alle rivincite, sebbene l’ambiente si presenterà carico e per la squadra questa competizione rappresenta una grande opportunità per dare un senso a una stagione finora a luci alterne.
Simone Meloni














































































