Ho aspettato tutta la settimana che la notizia venisse confermata, tenendo d’occhio sia il sito ufficiale della società, sia la versione online di alcuni giornali locali.

Era nato un po’ tutto per caso, ma le condizioni perché Rudi tornasse, finalmente, in Scozia si erano create all’inizio della stagione appena cominciata, con la firma di Gary Locke come nuovo manager del Raith Rovers. Indiscrezioni, qualcosa di più concreto, poi, quasi all’improvviso, un tweet che annuncia “Rudi Skacel con la tuta del Raith Rovers in tribuna per la prima gara ufficiale”.

Giovedì 21 luglio arriva la notizia, annunciata sul sito del club con tanto di foto: Rudi Skacel ha firmato un contratto di una stagione.

La reazione dei tifosi dei Rovers è stata buona, ma non paragonabile a quella dei supporter degli Hearts che hanno, scusate il gioco di parole, Rudi cucito proprio sul cuore.

Adesso che Rudi era tornato, c’era solo da aspettare un’altra notizia: il suo debutto ufficiale in Scozia, il secondo negli ultimi tre anni da quando ha lasciato gli Hearts.

Le strade di Jam Tarts e Rudi si erano separate nell’estate 2012, poco dopo il trionfo in Scottish Cup nella finale vinta 5-1 contro gli Hibs ad Hampden, ma si erano incrociate di nuovo nell’autunno di quell’anno, quando Skacel era tornato al Tynecastle, stavolta da avversario, con la maglia del Dundee United. L’ingresso in campo di Rudi fu accolto da una standing ovation di tutto il Tynie, ripetuta al minuto 51 e alla sua uscita dal campo, sostituito, nella ripresa.

Per due volte gli Hearts, allora in grossissime difficoltà economiche dopo il crollo dell’impero di Romanov, avevano provato a riportare Rudi in Gorgie ma il veto della SPL aveva fatto saltare entrambe le trattative. Il periodo in riva al Tay (da fine ottobre 2012 a fine gennaio 2013) non è stato uno dei migliori, per Skacel, ancora troppo legato agli Hearts per poter fare breccia nel cuore di tifosi di una squadra comunque rivale dei Jambos. La scelta del numero di maglia, 51 – in riferimento al risultato della finale di Scottish Cup – e le successive scuse del manager degli Arabs ai tifosi degli Hibs non sono state una grande partenza e credo che la decisione del Dundee United di non rinnovare il suo contratto sia stata accolta bene anche dal giocatore.

Dopo un periodo in patria, Repubblica Ceca, con la maglia dello Slavia Praga, suo ex club, Rudi era tornato ad allenarsi con gli Hearts ma, ancora una volta, la SPL aveva bloccato il suo trasferimento.

Long story short, dopo un altro ritorno in patria, al Mlada Boleslav, dal marzo di quest’anno Skacel era senza squadra. Gary Locke, intanto, era stato esonerato da Kilmarnock e aveva iniziato a discutere con il Raith Rovers.

Il resto è storia recente. L’arrivo di Rudi a Kirkcaldy, città di quaranticinquemila abitanti a mezz’ora di treno da Edimburgo, ha attratto l’attenzione dei tifosi locali ma, come facilmente immaginabile, anche dei Jambos. Dopo due settimane di allenamento coi nuovi compagni, Locke aveva deciso che Skacel era pronto per scendere in campo.

Ancora una volta, però, un problema burocratico rischiava di compromettere il ritorno di Rudi. Stavolta la colpa era del ritardo del “nulla osta” dalla Rep. Ceca per completare il tesseramento dell’attaccante, arrivato però nelle prime ore del pomeriggio di venerdì 29 luglio. Il club aveva annunciato, attraverso il sito ma anche – e soprattutto – le pagine Twitter e Facebook, che sabato 30 luglio Skacel sarebbe stato inserito nella squadra per la sfida contro l’Alloa Athletic e, anche per me, l’ultimo ostacolo per la trasferta nel “Kingdom of Fife” era caduto.

Mezz’ora di treno, dicevamo, da Haymarket – stazione del West End della capitale, non lontana da Gorgie – a Kirkcaldy, città in riva al mare che si trova sull’altra costa del Firth of Forth, da cui si intuisce – “strizzando” un po’ gli occhi – anche la capitale. Passando col treno si vede già, sulla destra, lo Stark’s Park, lo stadio del Raith Rovers, e nonostante sia tarda mattinata e la gara – valida per l’ultima giornata della fase a gironi della Betfred Cup, nuovo nome della Scottish League Cup – tutt’altro che un classic, non vedo l’ora di arrivare.

Lo stadio è a circa un miglio dalla stazione e ci si arriva a piedi, se – come sabato – non piove, altrimenti il taxi è la migliore soluzione, perché il bus non ferma proprio davanti all’impianto. Arrivo che manca poco più di un’ora perché, come d’abitudine, mi voglio godere il pre-partita al meglio.

I biglietti si acquistano direttamente ai tornelli – nota negativa, per un collezionista, al pagamento non viene consegnato il biglietto cartaceo ma solo garantito l’accesso – e dopo aver acquistato il programma del match entro nel settore, il South Stand, quello riservato ai tifosi di casa.

Ho visto parecchie volte lo Stark’s Park in tv, perché BBC Alba è spesso da queste parti, e per la prima volta lo stadio è esattamente come lo immaginavo, né più grande né – più facilmente – più piccolo. Il settore ospiti, il McDermid Stand – che prende il nome da uno degli sponsor del club, una scrittrice di gialli della città, Val McDermid – è chiuso e il centinaio di tifosi provenienti da Alloa si accomoda nel Main Stand che si trova esattamente di fianco allo stand occupato dai tifosi del Rovers. Nello stand di fronte, chiuso al pubblico, sono stesi due bandieroni, uno dei quali riporta, sotto il logo del club, la scritta in italiano “Stregati da una fede”.

Le squadre entrano in campo per il riscaldamento e l’attenzione di tutti è per Rudi, anche perché sugli spalti non sono l’unico Jambo. Skacel si guarda in giro, saluta un ragazzo con la maglia degli Hearts e si ferma subito a firmare il programma di un tifoso dei Rovers; a fine riscaldamento torna sotto il settore e passa cinque minuti firmando autografi e posando per le foto coi tifosi.

Per quanto riguarda il tifo, i 1,600 spettatori presenti fanno sentire il loro calore ma dimenticate ogni tipo di tifo organizzato; come d’abitudine, gli ospiti sono più rumorosi ma il tutto va contestualizzato in un paio di cori e nel fatto che, a differenza dei locali, possono stare in piedi.

La gara scorre piuttosto lenta e l’Alloa passa in vantaggio nel primo tempo, sfruttando una “dormita” della difesa del Raith Rovers. Greig Spence, l’autore del gol, sbeffeggia i tifosi di casa prima di andare a festeggiare sotto i suoi tifosi, prendendosi qualche “parola”.
Il pubblico di casa fa sentire il suo sostegno ai giocatori, ma non risparmia qualche “boo” all’uscita dal campo.

La ripresa si apre come si era chiuso il primo tempo e il sussulto vero arriva quando, poco prima dell’ora di gioco, Skacel può finalmente debuttare con la sua nuova maglia. Non ci sono molte occasioni per mettersi in mostra ma, almeno, il suo ingresso in campo dà vigore ai suoi compagni che provano a mettere in difficoltà la difesa di una squadra di part-timer che militano in una categoria inferiore, la Scottish League One.

L’Alloa, seppur con qualche difficoltà, riesce a portarsi a casa la vittoria e il passaggio del turno. Per il Raith Rovers, invece, la Betfred Cup finisce qui. Settimana prossima i ragazzi di coach Locke esordiranno in campionato – la Scottish Premiership – ad Ayr contro il neo-promosso Ayr United, ad aprire un mese di agosto molto difficile, con le sfide contro due tra le favorite per la promozione in Premiership, St Mirren e Dundee United, inframmezzate dal derby contro il Dunfermline.

Se avete a cuore le sorti del Raith Rovers, potrebbe esserci già motivo di preoccupazione. Per tutti gli altri, il 15 ottobre Rudi tornerà a sfidare gli Hibs. Una gara da non perdersi per nulla al mondo.

Matteo Mangiarotti.