La giornata di ieri ha sancito, per noi, la pietra tombale sull’attuale gestione del Rimini.
Prima di passare al disastro sportivo e societario a cui assistiamo tutte le settimane ci preme far emergere quanto successo all’esterno dell’impianto Gavagnin-Nocini di Verona ed il perché non abbiamo potuto occupare il nostro posto all’interno dello stesso. Con la complicità del Rimini FC e la solita mano dei reparti celere di Padova e Bologna, la questura di Verona ha deciso che, senza alcun provvedimento in merito, non potevamo acquistare i biglietti. Che la gestione dei tagliandi sia a dir poco ridicola è cosa ormai risaputa, ma settimana scorsa si è toccato il fondo: un comunicato della società di mercoledì 20 marzo ci avvisava che la biglietteria del settore ospiti sarebbe stata aperta anche il giorno della partita, per cui visto le difficoltà nel ricorrere alla prevendita (solo online o presso una tabaccheria di Santarcangelo) molti dei presenti avevano scelto di aspettare l’arrivo allo stadio per fare il biglietto. Sabato 23 marzo alle 16 una nuova nota societaria cambia le carte in tavola e ci comunica, a sole tre ore dalla chiusura della prevendita, che l’indomani la biglietteria sarebbe stata chiusa. Impossibilitati dai tempi stretti e da comunicazioni a dir poco tardive nonché prive di senso, decidiamo di raggiungere comunque l’impianto di Verona. Ad aspettarci, da odiosa prassi, un muro di scudi, caschi ed ottusità che ha nella cieca sudditanza l’unica fede. Ci rispondono che il GOS che vigila sulle manifestazioni sportive aveva imposto la chiusura della biglietteria ospite il giovedì (21 marzo) e che la colpa della mancanza di comunicazione era esclusivamente da imputare al Rimini FC. Chiediamo che venga comunque aperta per consentire a chi di noi non aveva ancora il biglietto (circa metà dei presenti) di provvedere a farlo, ma la bieca ottusità di cui sopra non permette quell’elasticità mentale necessaria per sistemare la situazione. La prima soluzione che propongono è quella di farci fare i biglietti nel settore dei locali, prontamente annullata dopo qualche istante e qualche chiacchierata coi mega-dirigenti via radiolina, poi “concedono” (a loro dire) la possibilità di dividerci e far entrare nel settore ospiti chi ha già il biglietto e nel settore dei locali chi deve ancora farlo. Siamo al ridicolo e anche questa farsa cade nel giro di pochi minuti. Nel frattempo la partita è già cominciata e a noi di condividere lo stesso spazio di questi personaggi proprio non ci va, decidiamo dunque di cercare uno spiraglio attorno allo “stadio” da cui poter comunque assistere all’incontro. Non essendocene, e con la celere che ci marca sempre più stretto, decidiamo quindi di proseguire per le vie della città alla ricerca di un bar che possa almeno calmarci la sete.
A giudicare da quanto accaduto sul campo di gioco la scelta potrebbe pure esser stata la migliore, sebbene avremmo preferito essere al nostro solito posto come tutte le domeniche…