La Salernitana torna al successo dopo tre sconfitte consecutive e conquista tre punti pesantissimi contro la Reggiana. Una vittoria sofferta, arrivata a tempo ampiamente scaduto, che permette ai granata di balzare a quota 21 punti, rimanendo in piena lotta per la salvezza e rilanciando il morale di una piazza da troppo tempo abituata a soffrire ma che di certo non lo merita.
Il clima sugli spalti è quello solito: tifo incessante all’interno di un ambiente pesante, dove la contestazione (nemmeno tanto) latente verso una società che continua a non convincere, è ormai un tratto caratteristico. Nulla di nuovo, insomma; infatti, la storia della tifoseria salernitana è costellata da tante delusioni, intervallate da rari momenti di gioia. Tutto ciò, però, non ha mai scalfito la fede incrollabile del popolo granata che ha sempre risposto presente con numeri importanti. Dai tempi di Casillo ad Aliberti, passando per Lotito fino all’attuale gestione Iervolino, la tifoseria salernitana ha sempre fatto sentire la propria voce, pretendendo rispetto e trasparenza da chi guida il club.
Dopo la dolorosa retrocessione in Serie B, il malcontento non ha fatto che crescere, alimentato da risultati deludenti che hanno spinto il club campano nei bassifondi della classifica. Nonostante ciò, l’amore per la maglia ha prevalso ancora una volta: quasi 5.000 abbonamenti sottoscritti e oltre 13.000 spettatori presenti in un campionato anonimo dimostrano il legame indissolubile tra Salerno e la sua squadra.
In campo, la Salernitana ha lottato, sospinta dal calore della Curva Sud, riuscendo a ribaltare un risultato che sembrava ormai compromesso. Il tifo è stato costante e assordante per tutti i novanta minuti, spingendo i granata a credere nell’impresa arrivata grazie al gol della vittoria ad opera di Cerri. Un successo sofferto, insperato, ma importante, non solo per la classifica ma anche per il morale della squadra e della tifoseria.
Per quanto riguarda i reggiani, gli emiliani si presentano in oltre 400 unità, con i gruppi portanti, Gruppo Vandelli e Teste Quadre, che in trasferta si mostrano compatti, a differenza di quanto avviene in casa, dove i primi si posizionano in tribuna e i TQ in curva. Per tutti l’arco della gara, i reggiani colorano il loro settore con bandiere e striscioni sempre tenuti in alto, sostenendo la squadra fino all’ultimo respiro, sognando almeno un pareggio, sfumato però proprio nei minuti finali. Degli emiliani non colpisce solo lo sfoggio del loro materiale, ma anche la qualità e la cura del dettaglio, con un’estetica vintage ma fedele ai colori sociali, a differenza di altre curve dove si tende a mischiare diverse tonalità.
Testo di Michele D’Urso
Foto di Pier Paolo Sacco