Mentre mezza Italia sportiva è davanti alla televisione per godersi la semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Napoli, una fetta di tifosi ha il merito e quasi l’obbligo di seguire il turno infrasettimanale di serie B. Ormai non si stanno più nemmeno a contare i giorni atipici nei quali, nonostante tutto, giocano le partite: anche in questo caso si gioca di martedì alle ore 20:30, non proprio il massimo visto che siamo pur sempre a febbraio e le temperature in buona parte dell’Italia sono ancora abbastanza rigide. Però si vogliono le famiglie allo stadio e poi sia il giorno che l’orario fanno tutt’altro che invogliare a presentarsi sui gradoni!

A Pisa la situazione non è delle migliori visto che buona parte degli ultras è sotto la lente d’ingrandimento per gli incidenti avvenuti ad Empoli con i bresciani, ragion per cui in questa serata vengono effettuati quarantacinque minuti di sciopero lasciando la parte centrale della curva completamente vuota e accompagnare i diffidati a firmare.

Mi vengono in mente tutte le battaglie intraprese in questi anni dalle varie curve, prima contro le diffide distribuite spesso e volentieri a casaccio, oppure, ancor peggio, mirate verso alcuni elementi di spicco. Poi contro gli orari delle partite fino ad arrivare ai giorni nostri con la tessera del tifoso e le trasferte vietate. Sono state allestite manifestazioni imponenti, esposti chilometrici striscioni, intonati cori a squarciagola, ma anche in questi momenti di difficoltà collettiva, il mondo ultras non ha saputo coalizzarsi verso un comune nemico e c’è chi ha continuato, secondo me poco saggiamente, a farsi la guerra tra poveri difendendo il proprio orticello. Forse solo la vicenda Sandri ha saputo coalizzare da nord a sud e da est ad ovest le curve italiane: in questo caso, pur con le diverse sfumature, si è arrivati alla conclusione che con chi indossa una sciarpa viene usata una legislatura del tutto particolare. Ma se andiamo a rileggere il comunicato emanato dopo la vicenda Spagnolo, qualcosa del genere si era già intuita, c’era già chi paventava un’ondata di repressione assurda ed ingiustificata. I fatti gli stanno dando ragione, diffide, tessera, trasferte vietate non sono altro la punta dell’iceberg di una situazione che si fa sempre più insostenibile, allontana il pubblico dagli stadi e rende la società sempre più ossessionata da percezioni quali la sicurezza ed il rispetto delle leggi a prescindere. Pisa, ma non solo, ne è un esempio lampante.

I Carpigiani arrivano in Toscana con numeri tutto sommato buoni: evidente che il giorno e l’orario non aiutino ed è altrettanto evidente che il bacino d’utenza non sia poi così vasto, perciò onore a chi si è presentato, a chi continua a seguire la squadra in un campionato che è soddisfacente ma non ottimo visto che la squadra aveva le carte in regola per lottare persino per la promozione diretta. Gli ospiti hanno a disposizione tutto il primo tempo per mettersi in evidenza, la Curva Nord è praticamente vuota ed il resto dello stadio rispetta questa decisione seguendo al partita in religioso silenzio, se andiamo ad escludere le azioni di gioco più avvincenti che naturalmente suscitano le imprecazioni e i commenti del caso.

I “Guidati dal Lambrusco” tirano le fila del tifo di matrice biancorossa, un paio di bandiere fanno da contorno al gruppo ed i cori sono abbastanza continui. Non sono proprio un rullo compressore, ma a ben vedere fanno quel che possono. Un po’ più distanti dal gruppo principale si sistemano gli “Irriducibili”, anche loro hanno un bel bandierone e pure loro non lesinano di cantare per la squadra, seguendo costantemente i cori dei conterranei. Tanti cori per la squadra, qualche bel battimano quando c’è da prendere un po’ fiato, i carpigiani animano un primo tempo altrimenti silente. Qualche tifoso si posiziona un po’ defilato per godersi l’incontro, la loro presenza è assolutamente passiva così che il tifo poggia sulle spalle esclusivamente dello zoccolo duro degli ultras.

Ad inizio secondo tempo entrano in curva gli ultras nerazzurri, entrata caotica con bandieroni al vento e striscione in mano, un paio di torce accese e curva che si anima di tifo, colore e passione. Il primo coro viene intonato sulle note di “I maschi” di Gianna Nannini e viene tenuto alto per diversi minuti. L’euforia si capisce subito che è al massimo, visto che il pubblico non ci mette un secondo per accompagnare il coro con una sciarpata e con qualche altra torcia accesa in maniera clandestina.

La curva è in fermento, c’è da dare tutto in quarantacinque minuti. Cori e messaggi non mancano ad arrivare ed il primo striscione esposto è esplicito: “Eravamo a firmare con i fratelli diffidati… adesso all’Arena siamo tornati”.

Bandiere, cori ed ancora torce, la Curva Nord spinge sull’acceleratore in maniera esemplare cantando per la squadra ma puntando il dito, e non poco, su quelle diffide arbitrarie che sono arrivate e che continueranno ad arrivare. I cori in tal senso si sprecano, come gli striscioni, “Seconda firma” e “Terza firma”, che vengono esposti in contemporanea all’obbligo di firma delle persone diffidate.

Tifo costante, pause azzerate e coinvolgimento, a tratti, di tutta la curva. Bello il botta e risposta con la gradinata, settore che in questo secondo tempo si anima e, oltre alla voce, sfoggia anche un paio di bandieroni. La Curva Nord non ha un momento di pausa, la voce non viene meno e il settore, oltre che un bel vedere, è anche un bel sentire.

A partita conclusa c’è da segnalare la sciarpata dei carpigiani con la squadra che si dirige verso il loro settore, e l’esposizione dei padroni di casa dell’ennesimo striscione, anche questo con tema diffide: “Per una maglia diffidate 3 anni una ragazza di 16 anni. Vergognatevi”.

Le vecchie problematiche son sempre attuali, a queste se ne sono aggiunte altre ancora, rendersene conto è il primo passo per cercare di coagulare un movimento che viene snaturato da chi persiste a battere il sentiero del business ad ogni costo.

Valerio Poli.