Proseguo il mio viaggio in cerca della maniera ottimale per sopravvivere alla crisi Covid. La stessa vissuta da tanti tifosi. La stessa che vivo anche io in prima persona, da un po’ di tempo intrappolato in una situazione di doppia contraddizione.

Il primo conflitto già lo vivo nei confronti della mia propria squadra. Da una parte la maggioranza della Curva (un gran numero di gruppi e persone), almeno fino a oggi ha deciso di continuare sulla linea “O tutti o nessuno” e di conseguenza resta fuori durante le partite di campionato. La Squadra B al contrario può contare sul tifo organizzato perché lì il problema “tutti o nessuno” non si pone. Per precisione bisogna sottolineare che il tifo organizzato per la Squadra B esisteva già prima della crisi Covid. Sebbene qualche restrizione sia in vigore anche nel caso della seconda squadra, è comunque possibile creare un’atmosfera più o meno soddisfacente nel contesto della situazione attuale. E senza che vi siano esclusioni di sorta tra i partecipanti al tifo.

In confronto all’appartenenza al tifo organizzato di casa mia, il ruolo di corrispondente per Sport People mi ha permesso di poter vedere tante altre realtà e in diverse altre circostanze legali (soprattutto nella vicinissima Austria), per cui negli ultimi mesi oltre allo spirito indagativo, ho anche soddisfatto la vecchia voglia di risentire e rivivere la magia del tifo organizzato che scaturisce da una curva gremita.

Per assolvere a questo compito, arrivo ancora una volta a Salisburgo, dove si giocato la stracittadina tra il Salzburger AK 1914 e l’Austria Salzburg, le due squadre che hanno scritto la maggior parte della storia calcistica della città di Mozart. La tifoseria organizzato della squadra viola si riunisce a piedi della statua a lui dedicata, da cui muove verso lo stadio del SAK in un corteo molto colorato e rumoroso, dietro lo striscione “Viola”.

Circa 500 i sostenitori che si compattano sotto la suggestiva Rocca di Salisburgo. I padroni di casa invece sono solo una manciata e non possono farsi sentire durante la partita a causa della schiacciante sproporzione. Gli ospiti creano inoltre un ottimo impatto visivo nonostante un settore non propriamente favorevole, che comunque colorano con tante bandiere e striscioni, mentre a battimani e cori è affidato il sostegno canoro per la propria squadra. Vengono anche accese ripetutamente torce e fumogeni, non solo per festeggiare le due rete che portano alla preziosa vittoria del derby. Dopo la partita è molto suggestivo l’abbraccio ideale fra la squadra e la curva, che mostra l’intenso rapporto vissuto tra giocatori e tifosi.

Nonostante fosse in vigore la cosiddetta regola “3G” (vaccinato-guarito o sottoposto a tampone) per entrare allo stadio, l’esperienza della partita e la possibilità di partecipazione da parte dei tifosi è quasi illimitata, per cui comprendo e rispetto senza riserve la decisione della Curva Viola di riprendere l’attività. Allo stesso modo penso siano meritevoli di altrettanto rispetto quelle tifoserie che non tornano in Curva perché le normative locali sono particolarmente penalizzanti in merito alla libertà di tifare.

Attendo con ansia il momento in cui si potrà tornare in ogni singolo stadio, che sia per tifare o per fare fototifo e documentare la passione delle Curve, senza pensieri o senza dover ogni volta scrivere di restrizioni e divieti. Tanto più sono in pensiero quando apprendo che anche il governo in Austria è in procinto di cambiare le misure anti-Covid un’altra volta, verosimilmente non in maniera favorevole al tifo libero. E tutto quello che accadrà dopo le elezioni in Germania, a fine settembre, è assolutamente imprevedibile al momento, anche per tutto il contesto sociale e non solo per il tifo. Senza voler assolutamente mettere in dubbio l’importanza della misure contro l’emergenza sanitaria, spero però che la battaglia per tornare ad avere un tifo libero non debba protrarsi troppo a lungo…

Finché il dubbio se tornare in curva o no riguarderà solo me stesso, è ancora un conflitto inferiore. Contemporaneamente il mio desiderio e la mia speranza è che il mondo del tifo non abbia a dividersi sulle decisioni concernenti la situazione attuale e ritrovarsi ulteriormente frammentato o indebolito come quando il dubbio riguardava la tessera del tifoso. Senza ovviamente addentrarsi fra le tante differenze delle due situazioni.

Jürgen De Meester