È stata una stagione indimenticabile per la Sambenedettese. L’agognato ritorno al professionismo che in realtà non mancava da tantissimo in riva all’Adriatico ma dal 2020-21, è stato preceduto da non invidiabile record di due fallimenti nell’arco di due anni. Così dopo le prove generali dello scorso campionato, in cui i rossoblù hanno dovuto abdicare al Campobasso, chiudendo quarti dopo aver inizialmente sgomitato ai vertici, questa è stata finalmente la volta buona. Si sono invertiti i ruoli in questa tornata, ci ha provato lungamente il Chieti a insidiare la vetta, poi la più seria antagonista è stata L’Aquila, ma alla fine si sono dovuti arrendere tutti.
La Samb è tornata dunque regina, e se la festa è stata mutilata dalle solite scellerate decisioni di Osservatorio e soci, che hanno vietato la trasferta di Teramo e la possibilità di vivere la matematica promozione, si è reso dunque necessario ricreare in città, in piazza e per le strade, un evento che potesse permettere a tutti di celebrare questo fatidico traguardo. Calciatori, staff, società, ultras, tifosi e gente comune.
Il 2 maggio è stato indetto in città il “Samb Day” e fra momenti istituzionali ed altri di pura partecipazione spontanea e popolare, ognuno ha potuto gridare al cielo, a proprio modo, l’amore per la Samba. Cortei, fumogeni, torce, bandieroni, cori per la squadra e contro gli odiati ascolani. San Benedetto è tornata al posto che le compete e ora il vero sogno non è accontentarsi di ciò che per una piazza del genere sarebbe il minimo sindacale, bensì sognare di poter rinverdire i fasti di quei gloriosi anni che la portarono a scalare anche la B. Per assaltare il cielo ci vorrà forse tempo, per accendere la fantasia dei tifosi basta però la realtà del derby con l’Ascoli che potrebbe tornare attualità dopo quasi 40 anni…
Foto di Francesco Fortunato






























