Domenica 15 dicembre 2024 si disputa l’incontro Sambenedettese-Fermana, valido per la sedicesima giornata d’andata del girone F del campionato di Serie D. Questo confronto rappresenta uno dei derby storici delle Marche, una delle regioni più affascinanti a livello nazionale per quanto riguarda le tifoserie. La Sambenedettese, capolista del torneo, guarda tutte le altre squadre dalla vetta della classifica, e per l’occasione è previsto un gran numero di spettatori. Non è una novità: al “Riviera” è consuetudine vedere cornici di pubblico degne di categorie superiori. In campo scendono anche il blasone e la storia: entrambe le compagini hanno raggiunto la Serie B, che a San Benedetto manca dalla stagione 1988-89, a Fermo dal 1999-2000. Insomma, questa Samb-Fermana è una sfida imperdibile per chi, come me, è cresciuto a pane e album Panini.

Arrivo a San Benedetto con largo anticipo rispetto al fischio d’inizio, per visitare questa splendida località turistica bagnata dal mare. Come la vicina Civitanova, che ho avuto modo di conoscere lo scorso anno in occasione del derby con la Maceratese, San Benedetto è una città che mi ha sempre affascinato. Ho una passione per i centri portuali, essendo cresciuto in una cittadina tirrenica dalle caratteristiche simili. Proprio mentre cammino tra i pescherecci, mi vengono in mente le tante passeggiate nel porto della mia città, provando le stesse sensazioni, respirando la stessa salsedine e udendo la stessa nenia delle onde. Ogni porto, per me, è una sorta di casa. Tra signori che si godono una corsetta rigenerante sotto il tiepido sole mattutino e famiglie che sorseggiano qualcosa e gustano pesce nelle friggitorie, mi inoltro nell’area dei cantieri navali, dove le vie portano i nomi dei navigatori più importanti della storia, come Antonio Pigafetta, che partecipò all’impresa della circumnavigazione del globo di Magellano.

La zona è piena di scritte ultras che segnalano l’approssimarsi al mitico “Ballarin”, la vecchia casa della Sambenedettese negli anni ruggenti della B, ora privo degli spalti. Mi fermo un attimo e provo a immaginare il calore di queste stradine prima degli incontri casalinghi della Samb. La passeggiata prosegue verso il lungomare, dove il Monumento al pescatore, simbolo attuale della società rossoblù, ben rappresenta lo spirito della città. Sono in un posto bellissimo, dove la Sambenedettese è un’autentica religione e non è soltanto la squadra degli ultras, ma di tutte le componenti cittadine: dagli anziani alle donne, dai bambini ai padri di famiglia. La Samb è, per tutti, una seconda pelle capace di unire una città intorno ai suoi colori, che richiamano l’Adriatico: il blu delle onde, il rosso delle bandiere che segnalano mare agitato.

Osservo le foto storiche della Samb appese nei bar e nei locali, e parlo con la gente del posto, che racconta vita, morte e miracoli della propria squadra. La giornata è appagante, e quando sono le 14 arrivo allo stadio, rimanendo a bocca aperta, come un bambino, davanti a questo gioiellino architettonico che quasi rivaleggia in bellezza con “Marassi”, simbolo di un’altra grande città marinara. Quando metto piede sul terreno di gioco, il cuore batte forte, e l’emozione raggiunge il culmine quando le squadre entrano in campo. Gli spalti sono gremiti e l’impianto si trasforma in una tavolozza rossoblù. La Nord è stracolma di spettatori ed è colorata dal lungo striscione che unisce i suoi gruppi; anche i distinti offrono un colpo d’occhio notevole, con i tanti striscioni dei club che dimostrano quanto questa squadra, come ho scritto sopra, sia l’amore di tutti i sambenedettesi.

Questo attaccamento è ancora più straordinario se pensiamo ai bocconi amari della storia recente della Samb, ai fallimenti e alle continue ripartenze, che tuttavia, anziché erodere la passione, l’hanno forse sedimentata con maggior forza. La bellezza di questa partita è data anche dalla presenza dei fermani, rivali storici dei padroni di casa. I gialloblù sono un’altra tifoseria importante della regione e fanno irruzione sulla scena effettuando un bellissimo ingresso nel prepartita.

Quando arrivano le 14:30, lo stadio è al completo e l’atmosfera è proprio quella di una Serie B. Decido di scattare una foto alle due squadre schierate, fortunatamente con i loro colori e senza le solite distorsioni cromatiche cui, purtroppo, siamo ormai abituati in questi ultimi tempi. Mi emoziono ripensando ai miei otto anni, quando guardavo ammirato le foto delle squadre e le figurine degli stemmi nell’album Panini, mentre ora mi trovo a fotografare due compagini storiche dell’Italia centrale: per me è come vivere un piccolo, grande sogno. La partita inizia sotto un sole delizioso e il tifo, su entrambi i fronti, è di ottima qualità. I sambenedettesi cominciano con una fumogenata in zona “Futili motivi”, poi danno vita al loro consueto repertorio fatto di voce, bandieroni sempre al vento e tifo incessante. La Curva è il motore che spinge la squadra, che in campo vola e schiaccia una Fermana che lotta nella zona salvezza, pur essendo retrocessa dalla C. La prestazione dei padroni di casa assume connotati notevoli nella ripresa, quando a risultato acquisito offrono uno spettacolo incredibile. I momenti più emozionanti sono stati la sciarpata a tutta curva, il coro della marineria e l’intramontabile “Blu è il colore del mare, rosso il colore del vino”, che poi ogni tanto canticchierò nelle quattro ore del viaggio di ritorno. Ho visto, insomma, una curva bellissima: dire che la D le sta stretta è scontato.

Dall’altro lato, rimango ben impressionato anche dai ragazzi di Fermo. Presenti in ottimo numero per questo derby, si dispongono compatti nel settore, dietro le loro pezze ben curate e, soprattutto, gialloblù. I fermani tifano con grande intensità nel primo tempo, con cori secchi o prolungati e battimani, e onorano la partita continuando a sostenere la squadra anche nella ripresa, dando vita pure a una splendida sciarpata, nonostante il pesante passivo. Insomma, gli ospiti sono stati davvero all’altezza del match, contribuendo a rendere questo derby ancora più avvincente.

Al triplice fischio, è festa grande sotto la Nord, mentre i fermani abbandonano il settore delusi per il risultato, ma senza dimenticare gli ultimi sfottò verso i rivali, ricambiati dai sambenedettesi. Quando esco dallo stadio, mi fermo a osservare la folla che supera i tornelli della Nord, notando volti di ogni età. Poi, mentre aspetto di passare sotto il tunnel della ferrovia per prendere l’auto, osservo con ammirazione le sciarpe, i cappelli e gli adesivi sui motorini. I colori sono la mia passione, e vederli ancora sfoggiare con orgoglio da adulti e bambini nel 2025 è davvero emozionante, in un mondo che tende al grigiore e all’appiattimento. Oggi è proprio la giornata del colore: l’azzurro magnifico dell’Adriatico, gli striscioni e le bandiere, infine il sole al tramonto che si corica dietro i Sibillini.

Testo e foto di Andrea Calabrese