In un weekend orfano dei campionati maggiori per la pausa delle nazionali, la voglia di respirare calcio vero, quello in cui il tifo è il padrone assoluto del campo, mi spinge a varcare i confini regionali. Scorrendo il calendario, una partita cattura subito la mia attenzione: Sambenedettese-Chieti. Non ci penso due volte e mi metto in marcia verso San Benedetto del Tronto. Il viaggio scorre veloce e la mente è già proiettata alle 15, quando lo spettacolo sugli spalti prenderà il via. Giunto in città, mi dirigo verso il Riviera delle Palme e, passando sotto la curva di casa, il mio sguardo si posa sulla scritta a caratteri cubitali Il Tempio del Tifo. A fine gara ripenserò a questa frase e a quanto non possa essere più azzeccata. Poco prima gli ultras marchigiani hanno raggiunto gli ingressi in corteo, scandendo vari cori per i ragazzi che di recente hanno terminato la diffida e oggi possono tornare a sostenere la Samb. Una festa per loro in una giornata già di suo intensa. Varcato l’ingresso con poco meno di un’ora di anticipo, il colpo d’occhio è notevole. L’atmosfera è bollente, i tifosi rossoblù stanno riempiendo ogni settore dello stadio, segno che la giornata è di quelle importanti. Oltre 10.000 i biglietti venduti, di cui circa 1.300 destinati al settore ospiti.

Gli ultimi minuti prima del calcio d’inizio sono un crescendo di emozioni: i teatini hanno quasi completato il riempimento del loro spicchio e il colpo d’occhio è imponente. Nel frattempo, la Tribuna Est Mare regala un piccolo ma suggestivo spettacolo con una coreografia di palloncini, mentre la Curva Nord inizia fin dal riscaldamento a far sentire la propria voce. I cori si alzano potenti, riempiendo l’aria di passione e mettendo subito in chiaro una cosa: “San Benedetto vuole vincere”. Ed è una frase importante, in una stagione che li vede padroni del campionato e che finalmente, dopo tanti anni, con tutta probabilità li riporterà a giocare la tanto agognata Serie C, una categoria che forse, per quello che vedremo oggi, sta anche stretta ad un ambiente e una struttura come il “Riviera delle Palme”, tanto passionale quanto bello da un punto di vista estetico da far invidia a qualche impianto di massima divisione.

Le squadre scendono in campo e i teatini sfoggiano una sciarpata che colora di neroverde tutto il loro settore mentre i tifosi di casa dipingono di rossoblù il resto dello stadio. Durante il match gli abruzzesi si fanno sentire ininterrottamente, partecipando quasi sempre alle direttive impartite dai lanciacori, cosa per nulla scontata in occasione dei grandi esodi. Inoltre, sportivamente, parliamo di un match che vale “poco” per il Chieti, ormai distante dalla testa della classifica e con speranze praticamente nulle di promozione. Una dimostrazione di attaccamento, ma anche una conferma di quanto la Curva Volpi abbia voce in capitolo presso la tifoseria. La curva di casa viene trascinata dall’entusiasmo del primato, accompagnata dai gemellati di Roma, Bayern Monaco e Friburgo, che espongono i propri striscioni nel settore rossoblù. Durante il match la pirotecnica colora ancor di più il settore con i tamburi che danno ritmo alla partita e al tifo, quel ritmo di Samba che porta i padroni di casa al gol a inizio ripresa e al raddoppio poco dopo, con la squadra che va sotto il settore e l’autore del gol che sfoggia un balletto. I tifosi sono in visibilio e cominciano a intravedere il traguardo.

Gli ospiti, nonostante la partita non volga in loro favore, spolverano la loro prestazione d’orgoglio e appartenenza: tanta voce e tanto cuore per una prova davvero emozionante, che fa da ciliegina sulla torta a un ambiente che già di suo aveva colpito chi questi campi ama calcarli per vivere appieno il profumo del pallone e l’anima di chi in esso rispecchia appieno il proprio senso d’identità lontano dai grandi centri e dalla Serie A. È una delle domeniche calcistiche più emozionanti dell’ultimo periodo e torno a Roma con la testa che non riesce a non pensare a quello che ho appena vissuto!

Testo Marco Meloni

Foto Marco Meloni e Simone Meloni