Se i numeri contano ancora qualcosa, questa partita potrebbe essere paragonata ad un big match di terza serie: quattromila spettatori a Genova si contavano, forse, per un’amichevole precampionato ed invece oggi il Doria è al cospetto della capolista del campionato. Proviamo, senza sforzarci, a capire i numeri di questo flop, che indubbiamente poggia su due fattori non proprio trascurabili: da un lato la decisione degli ultras doriani di non entrare nell’impianto per le note restrizioni anti Covid, dall’altro lato la solita cervellotica decisione di far giocare un incontro di campionato in un giorno lavorativo alle 18:30. Il calcio è dei tifosi, diceva un noto slogan della Lega Calcio, ma appare evidente che i tifosi, e si badi bene, non solamente gli ultras, non vogliano più aver a che fare con questo calcio. Ed in effetti, pure per un osservatore poco attento, oltre ad una Gradinata Sud praticamente vuota, anche il resto dello stadio presenta un colpo d’occhio inusuale, malgrado la squadra di mister D’Aversa in questo primo scorcio di campionato stia praticando un calcio propositivo. Ma ciò evidentemente non basta e se anche il popolo doriano, storicamente numeroso e parecchio partecipativo, comincia a girare le spalle allo stadio, probabilmente dobbiamo cominciare seriamente a porci degli interrogativi e pensare se sia sostenibile proseguire sulla strada intrapresa. O quanto meno dovrebbe porseli chi è al comando del calcio, cosa che beninteso mai farà.

A far lievitare i numeri ci pensano gli ospiti, a parte gli ultras che trovano posto nel consueto settore a loro destinato, non sono pochi i napoletani che si sistemano in tribuna ed in Gradinata Nord. Le stime ufficiali parlano di circa cinquecento tifosi azzurri ed a ben vedere il numero non dista troppo dalla realtà. In un Marassi praticamente vuoto, le uniche voci che si alzano sono quelle degli ultras partenopei che animano la giornata con cori secchi e battimani. Qualche coro si alza a rinverdire una rivalità sempre sentita con i tifosi doriani, del resto il gemellaggio che per decenni ha legato napoletani e genoani ha sicuramente pesato e se oggi il feeling non è più quello di un tempo, resta un astio mai sopito verso UTC e soci da parte delle curve napoletane. Che comunque oggi non sono entrambi presenti.

A fine partita anche il deflusso è ordinato e silente come non mai, restano a presidiare il territorio le forze dell’ordine che non hanno difficoltà a controllare il contingente ospite.

Foto di Alberto Cornalba.
Testo a cura della redazione.