Le curve, gli stadi, gli spazi confinanti sono visti dagli ultras come un proprio territorio, una zona dove poter espletare quei rituali che domenicalmente vengono messi in atto per poter dimostrare il proprio valore, la propria fede alla causa, il proprio amore per i colori. Ovvio che la presenza di un “nemico” è un affronto non da poco, ormai gli stadi hanno settori ben distinti perciò è praticamente impossibile sbagliare ingresso, specialmente per quelle persone che un minimo di attitudine a girare gli stadi italiani ormai l’hanno nel proprio DNA. Il “take the end” tanto caro agli hooligans inglesi è un giochetto che ormai da decenni, almeno nei nostri lidi, è autentica utopia. Non che nel passato i casi di occupazione di curve altrui siano mai stati così frequenti ma se andiamo indietro nel tempo, si scopre che almeno alle origini del movimento, non c’era questa mania di occupare il medesimo settore dello stadio. A memoria ricordo di decisioni cervellotiche che più volte hanno causato lo spostamento di una tifoseria dall’abituale settore ad un altro, ma si tratta di episodi rari e che qualche strascico l’hanno causato.
Gli ultimi assurdi decreti in materia stadio, il costante proibire a priori senza un progetto serio e valido, il voler continuamente usare il bastone e non la carota, sono andati in direzione direttamente opposta a quella sperata. Un tempo il raffronto tra tifoserie veniva fatto sulla base dei numeri, dell’aspetto estetico e magari anche del confronto fisico ma quest’ultimo spesso era l’ultima arma disponibile per poter affondare l’avversario. Detto poi che lo scontro, spesso diventava una guerra simulata dove venivano celebrati quei rituali spesso finalizzati solamente a mostrare i muscoli.
Di decreto in decreto gli stadi si sono svuotati, gli storici gruppi ultras hanno perso il controllo della curva che si è spesso disintegrata in varie unità difficilmente controllabili, del resto ho sempre pensato che l’iniziale obbligo di togliere gli striscioni sia stato il primo reale passo per una nuova generazione desiderosa più di cambiare le carte in tavola che di dare continuità ad un progetto.
Ecco che in termini di territorialità entrano di diritto anche le zone percorse dagli ultras, le strade, le autostrade e gli autogrill; ed è proprio in uno di questi che nel settembre del 2018 si incontrano per caso le tifoserie di Fiorentina e Sampdoria, ne nasce un contatto che porta, tanto per cambiare, al solito codazzo di denunce e diffide. Se tanta simpatia non era mai stata intercorsa tra le due fazioni, sicuramente quel fatto ha riacceso la rivalità per innalzarla ad un livello superiore ed anche in questo pomeriggio, entrambe le tifoserie si scambiano qualche coro offensivo. Non che sia un continuo botta e risposta, fortunatamente negli stadi son tornati i numeri ed anche un po’ di colore, non siamo ai livelli degli indimenticabili anni ’90 ma comunque non si vedono neppure quelle partite giocate in impianti deserti e senza un minimo di pathos.
I numeri oggi sono sotto gli occhi di tutti, se la Gradinata Sud è il solito muro di persone, anche il settore ospite vede una buona dose di tifosi toscani: gli ultras della Curva Fiesole si sistemano nella parte bassa mentre, nella gabbia superiore vanno a prendere posto i tifosi più tranquilli e qualche sportivo che si vuol godere semplicemente l’incontro. Viola che si danno da fare con i bandieroni sempre al vento e con un tifo continuo e caloroso, qualche coro originale sembra trovare buona risposta tra i presenti che in definitiva, magari aiutati dal risultato sul campo, lasciano a Genova un ottimo ricordo.
Gradinata Sud che non delude, malgrado la classifica non sorrida gli ultras son sempre al loro posto, come al loro posto sono i consueti bandieroni che sono il fiore all’occhiello della tifoseria doriana. Partita che si mette subito male per i padroni di casa, la squadra fa acqua da tutte le parti ed incassa una cinquina dai viola, la contestazione dei doriani esplode dalla Gradinata ma questa volta trova l’appoggio di tutto lo stadio che dopo aver puntato il dito sulla squadra, va dritto al presidente Ferrero, ormai nemico giurato di buona parte del tifo blucerchiato.
A far festa sono gli ospiti. La Fiorentina si allontana dalla zona calda e lascia la Sampdoria inguaiata con un solo punto di vantaggio sui cugini rossoblù.
Foto di Alberto Cornalba