Allo stadio di San Gallo va in scena una sfida particolare. Da un lato ci sono i padroni di casa che in questa stagione stanno sorprendendo tutti, inclusi sé stessi. Il San Gallo si è preso infatti un posto tra i primi tre, andando a braccetto con i grandi: gli Young Boys, campioni in carica nonché campioni anche della stagione precedente, ed il Basilea che prima della doppietta Bernese aveva vinto il campionato otto volte di fila. Dall’altro lato c’è il Servette, una squadra storica del campionato svizzero che è tornata nella massima divisione solo l’estate passata, ma sta interpretando il ruolo della matricola terribile. I Ginevrini sono quarti in classifica e si presentano a San Gallo avendo vinto sette delle ultime otto partite di campionato.

Complice la vittoria a Basilea nel turno precedente, l’euforia a San Gallo è alle stelle. Così non sorprende il fatto che siano 16.256 gli spettatori ad assistere alla gara. Nel penultimo turno, l’ultima partita in casa col Lugano, c’erano solo 11.133. Sempre un numero dignitoso, ma come in ogni piazza, con il successo si sveglia tanta gente che ritrova all’improvviso la voglia di andare allo stadio.

Un particolare del campionato Svizzero è che regolarmente si affrontano delle squadre di Cantoni e lingue diverse, cosa che rende il campionato più interessante perché, sia in campo che fuori, sono spesso visibili le differenze di mentalità. E così avviene anche in questo San Gallo – Servette, dove le differenze si vedono meno in campo che sugli spalti.

La Section Grenat, il gruppo portante della Curva granata, è nata nel 1988 e figura tra i primi gruppi Ultrà nati in Svizzera. Comunque, anche in altre parti latinofone, sia nella Svizzera francese che in quella italiana, i primi gruppi sono degli anni ottanta. Nella parte tedesca è ben diverso, come anche a San Gallo. Il gruppo più antico sono i Green-Fires (1994), mentre quasi tutti gli altri sono nati nei primi anni duemila, durante i quali in Svizzera tedesca si è avuto un vero e proprio boom Ultrà.

I Ginevrini arrivano a San Gallo in circa 150 unità e si piazzano dietro uno striscione storico della Section Grenat e altre pezze di altri gruppi. Spicca uno striscione e una bandiera della Giamaica, presenti ormai da abbastanza tempo in Curva, di cui la storia purtroppo mi sfugge. Nonostante siano in nettissima inferiorità numerica, gli ospiti si fanno sentire bene, cantano in modo classico per tutto l’arco della partita e sono davvero un bel vedere. Mi piace anche il fatto che tra di loro si possano vedere tanti ragazzi un po’ più esperti (o vecchi, diciamolo) che seguono ancora attivamente il Servette.

Anche tra i padroni di casa vi è qualche vecchia faccia, ma l’età media in Curva è decisamente più bassa, vuoi per il fatto che il San Gallo ha giocato in casa, vuoi per la storia più breve della Curva stessa. I Biancoverdi questa volta paiono comunque molto motivati, hanno una grande voglia di cantare e lo fanno decisamente molto meglio che nella partita casalinga precedente. Accendono qualche torcia durante la partita, sventolano sempre i bandieroni e alla fine, complice la terza vittoria nella terza partita del girone di ritorno, è festa grande per loro. Segnalo in particolare un coro che coinvolge l’intero stadio al suono di un semplice e breve ritornello, che però è storico, forse il più storico di tutti i cori sangallesi.

La partita è divertente anche in campo, dove le due squadre si affrontano a viso aperto, sapendo che non possono perdere nulla anche se perdono la partita. Alla fine ad avere la meglio è il San Gallo, grazie a un gol di Itten al 38′ del primo tempo. L’ultimo pensiero è dedicato al portiere Sangallese Lawrence Ati Zigi, che salva il risultato con una serie di interventi importanti e per questo viene festeggiato dal pubblico. A San Gallo da tre partite, è già riuscito a convincere tutti, forse però anche per il suo nome: Zigi è il diminutivo (utilizzato spessissimo) di sigaretta e fa un certo effetto sentire tutto lo Stadio invocare il suo nome…

Remo Zollinger