Il Marcello Torre di Pagani ospita oggi una tifoseria davvero interessante: i catanesi, o almeno la parte ultras catanese che ha deciso di aderire da quest’anno alla tanto discussa tessera. Dopo aver visto molte loro foto in questa stagione, la loro trasferta di Pagani era l’occasione giusta (e anche l’ultima dell’anno) per vederli dal vivo.

Si presentano a Pagani con due striscioni: uno di protesta contro la dirigenza attuale, che viene invitata ad andare via dalla città, e l’altro rappresentante un messaggio per un tifoso catanese venuto a mancare.

Ad inizio match ci sono tre settori pulsanti di tifo. La curva nord fa quadrato dietro il vecchio striscione “Street urchins”, tirato fuori per commemorare uno dei componenti storici del gruppo, “Sly”, venuto a mancare a causa di un brutto male. Gli ultras della curva si fanno notare per l’accensione di alcune torce, per l’esposizione di uno striscione per il succitato “Sly” ed uno di ringraziamento ai calciatori per la salvezza conquistata. Sono autori di un tifo molto compatto fatto di cori secchi, battimani e manate.

Gli ultras dei distinti si segnalano invece, oltre che per il tifo di ottimi livelli, anche per le magliette a strisce orizzontali biancoblu che creano un effetto di compattezza visiva non indifferente. Espongono anche loro un paio di striscioni ricchi di amore per la propria squadra ed accendono dei fumogeni grigi che creano un ottimo colpo d’occhio cromatico.

Per quanto concerne gli ospiti, si potrebbe scrivere un capitolo a parte. Sicuramente i catanesi non hanno bisogno di presentazioni, due anni fa erano in serie A, fra le realtà più conosciute e stimate del panorama. In poco più di un anno si sono trovati a  subito una doppia retrocessione, una sul campo ed un’altra per cause extracalcistiche ben note a tutti. Si presentano in 60-70 unità, quasi tutte ultras, e tifano per tutti i 90 minuti; forse calano di intensità negli ultimi minuti, dove la tensione per un pareggio che a poco serviva li ha distratti dal tifo, ma per il resto della partita sono stati impeccabili, non si sono fermati un secondo. Battimani, cori a ripetere e secchi. Non sono mancati saluti ai nemici palermitani, mentre nel loro settore era inoltre possibile scorgere indizi di qualche presenza napoletana che però non si è palesata ufficialmente con pezze o striscioni.

Emilio Celotto.