Il mio girovagare tra i campi di provincia in Piemonte e Lombardia, mi porta quest’oggi a Saronno, dove i locali affrontano di mercoledì sera, allo Stadio Colombo Gianetti, la Besnatese, formazione sinceramente a me del tutto sconosciuta. Ma d’altro dal fallimento del 2000 che l’ha costretto a salutare la C, l’FBC Saronno (e con esso i suoi tifosi) non ha fatto altro che masticare polvere e veleno.

La serata è piacevole, con una temperatura piuttosto gradevole per essersi ormai lasciati definitivamente alle spalle l’estate, e un cielo così terso da regalare una bellissima luna che non posso non fotografare.

Sugli spalti, a occhio e croce, qualche centinaio di spettatori convenuti per assistere a una gara onestamente noiosa e che non regala nessun sussulto, forse nemmeno un tiro in porta.

Meno male che a ravvivare la serata ci sono gli ultras. Il tifo locale è storicamente rappresentato dal Fronte Ribelle che si posiziona al lato della tribuna coperta, esponendo lo striscione QUEST’ANNO PIÙ CHE MAI VINCERE PER NOI…DIFFIDATI F.R.S. affiancato da una bandiera della Palestina. Non sono presenti tifosi ospiti, o quantomeno una tifoseria organizzata al seguito della rappresentativa del piccolo centro in provincia di Varese.

Nel corso del primo tempo si segnalano cori in favore dei gemellati di Varese e diversi altri contro gli odiati rivali del Legnano. All’intervallo viene tolto lo striscione iniziale per fare spazio a quello ufficiale del gruppo che riporta la sola scritta SARONNO. La ripresa inizia poi con una bella torciata che ravviva un po’ l’ambiente, in una serata che dal punto di vista delle emozioni in campo risulta avara e che da sola, mi spiega perché alla fine sia valsa la pena essere qua. Il classico acuto che vale il prezzo del biglietto, come si suol dire.

La squadra viene incitata fino alla fine del secondo tempo e spronata con veemenza alla conquista del tanto agognato gol dell’1-0 che – purtroppo per loro – non arriverà mai. Al fischio finale , nonostante lo scialbo 0-0, i giocatori vengono comunque applauditi dal pubblico locale, ultras compresi: è un convenevole l’applauso che i giocatori ricambiano, ma i ragazzi sugli spalti li meritano davvero per la loro perseveranza.

Alan Cacciatore