Dire Saronno a livello ultras è sinonimo di Fronte Ribelle. È questo il primo pensiero che mi passa per la mente quando salgo sul treno che mi porterà nella cittadina lombarda per assistere al big match della terza giornata di Eccellenza.
Gli anni passati a leggere Supertifo aprono la porta ad immagini che ritornano alla memoria, a quello striscione sempre presente e a quella squadra che, sotto la presidenza Preziosi, aveva raggiunto addirittura i playoff della vecchia C1.
Poi dal doloroso e inaspettato addio dell’allora patron biancoceleste, la squadra locale entra in una spirale alquanto tortuosa, per non dire terribile, navigando tra gli inferi più bassi dei dilettanti e passando attraverso false ripartenze, rimanendo addirittura ferma dal 2010 al 2015.
Arrivo allo stadio con buon anticipo e durante il tragitto dalla stazione, colgo per strada un paio di scritte sui muri, che mi immergono nel clima che verrà a crearsi di lì a poco.
Il Saronno è una neopromossa e si porta dietro ancora l’entusiasmo della scorsa stagione con la vittoria del campionato di Promozione. Inoltre, cosa non da poco visti gli ultimi decenni, sembra finalmente aver trovato una dirigenza che, quantomeno ne garantisce l’esistenza. Non poco per chi per anni calcisticamente ha visto l’inferno.
La tifoseria saronnese si posiziona al lato sinistro della tribuna coperta. All’ingresso delle squadre espone uno striscione: “Canteremo fino alla morte”, che una volta tolto lascia lo spazio alla scritta “Saronno millenovecentodieci”, in bianco su sfondo celeste.
Noto un bel mix tra ragazzi giovani e ultras un po’ più anziani, con un tifo costante, condito da bei battimani accompagnati da un tamburo.
Non riesco a capire esattamente quanto la loro prova sia influenzata dalla particolarità della giornata o se sarà costante per il resto della stagione, tuttavia il risultato è veramente soddisfacente.
Sia durante il primo che il secondo tempo viene ricordato “Squarna”, un ultras saronnese scomparso recentemente e vengono rivolti cori anche verso i gemellati di Varese e Molinello, quest’ultimi presenti con una pezza a rappresentarli.
Non mancano le “cortesie” verso la tifoseria ospite, che si ripeteranno reciprocamente per tutta la partita.
D’altronde l’occasione è ghiotta: difficilmente entrambe ritroveranno nel corso del campionato altre situazioni in cui avere un avversario con cui confrontarsi.
Gli ospiti fanno il loro ingresso verso il decimo del primo tempo, dopo una minuziosa perquisizione da parte delle forze dell’ordine.
Si piazzano sotto la parte destra della tribuna coperta, a ridosso della recinzione. Per quanto mi è dato sapere è una scelta attuata da loro che, a parer mio, li penalizza, sia da un punto di vista canoro che estetico.
Sono presenti gli striscioni M.U.G. e Sioux oltre ad una pezza per i diffidati, a cui dedicheranno diversi cori durante l’arco della partita.
Tali diffide purtroppo hanno minato molto la piazza pavese negli ultimi anni, rendendo difficile anche quell’avvicinarsi di nuove leve di cui una curva ha sempre bisogno.
A questo va aggiunta la delusione per la mancata promozione dello scorso anno, stagione conclusasi con un secondo posto ed un’eliminazione precoce dai play-off.
Sicuramente, dopo quattro anni di Eccellenza, una promozione porterebbe un po’ di entusiasmo in una piazza che solo pochi anni fa viaggiava tranquillamente in serie C.
Il loro tifo è un po’ discontinuo, per tradizione e mentalità potrebbero fare di meglio, ma merita comunque almeno la sufficienza e un plauso ai presenti.
La partita finisce 1 a 0 per gli ospiti, grazie ad un calcio di rigore nel primo tempo.
Al termine della disputa entrambe le squadre vanno sotto i rispettivi settori a prendersi gli applausi delle proprie tifoserie.
Dopodiché continuano i cori a distanza tra le due fazioni. Lo stadio si svuota, ad eccezione dei pavesi che rimarranno ancora un po’ dentro su ordine di chi gestisce la sicurezza.
Io nel frattempo me ne torno al mio treno, al termine di una giornata che, a livello ultras, mi lascia ampiamente soddisfatto.
Entrambe le tifoserie meriterebbero categorie superiori, ma questo sarà il campo a deciderlo.
Matteo Biondi