sarriGuardare il dito e non la luna, come al solito. L’Affaire Sarri sta riempiendo le nostre giornate delle consuete perle del più bieco “radical-chicchismo”; le stesse che i social network in particolare ci rivelano quando rimpinguiamo le nostre bacheche di bandiere francesi, dimenticando le dozzine di quei paesi colpiti più duramente e brutalmente.

“Siamo fatti così”, l’abbiamo imparato da bambini ascoltando la mitica sigla di ‘Esplorando il corpo umano’. Siamo quelli che il sabato mattina portano i figli nei campetti di periferia, ci azzuffiamo coi genitori avversari, insultiamo arbitri e bambini con epiteti non proprio cordiali, ma quando questi fatti avvengono nei rettangoli verdi mainstream ci scandalizziamo e invochiamo l’Inquisizione.

Siamo quelli che al semaforo sbraitano con quello che non parte prontamente al verde al grido: “Levati stronzo” (se è bianco), “Levati negro” (se è di colore”), “Levati napoletano di merda” (se è targato NA), “Levati milanese del cazzo” (se è targato MI) – per poi schierarci a spada tratta a difesa di questa o quella categoria perché “lo dice la TV”.
Siamo quelli che ridono a crepapelle quando Carlo Verdone in ‘Gallo Cedrone’ urla sul letto d’ospedale: “Semo tutti froci daaa Roma” o quando Nino Manfredi in ‘Testa o croce’ annuncia che “Me l’ha detto er dottore, semo tutti froci”; ma non possiamo vivere senza indignarci perché un allenatore ha sbagliato. Sbagliamo tutti, pensa un po’ mio caro lettore.

Ammiriamo la bellezza del miglior Ettore Scola – riposa in pace Maestro – e ci sbellichiamo quando Stefano Flores esclama: “Nocera è inferiore perché ha dato i natali ad individui ignoranti”, per poi sentirci colpiti nell’orgoglio se dentro una curva si offende la città avversaria (goliardia, questo strano mostro incomprensibile!). Protestiamo a gran voce dall’alto dei nostri altarini virtuali per difendere i diritti di immigrati, gay, Rom, eccetera…ma quando c’è da fare veramente qualcosa, o almeno non votare qualcuno, stranamente i barconi della morte, le unioni civili eccetera eccetera, non contano un cazzo.

Siamo la società dell’apparenza e della finta convinzione di essere perfetti e puri: un mito dell’Uomo Ariano 2.0.
Accettiamo un Salvini di turno (“Se un bambino cresce con due gay parte con un handicap”), un Cardinal Ruini (“Provo pena per i gay”), un presidente della CEI (“La teoria Gender è uno sbaglio della mente umana”) e i Tavecchio de noantri (“Non ho nulla contro i gay, però tenetemeli lontani perché sono normalissimo”).
Siamo la fittizia ribellione nel più grande carcere del mondo: internet. Spegnete i computer, chiudete gli Iphone e guardatevi intorno: l’Essere Umano è cattivo di natura, è un lupo per l’uomo e la sua natura non può essere cambiata se non con l’indifferenza. Eppure, sono proprio questi gli argomenti di cui più ci occupiamo, quelli che oscurano i veri fenomeni da combattere (quelli veri).
Sarri è un mostro perché la maestra ha detto che “frocio non si dice, siamo nel 2016”, però Gigione Buffon può bestemmiare tra un respiro e l’altro perché lui è il portierone degli Azzurri belli e maritino di Ilariona nazionale.

Io, che faccio cori contro Napoli, contro Milano, ululati a Balotelli, chiamo “frocio” il mio migliore amico per scherzare e “negro” mio fratello (lo è davvero eh, ma morirei per lui), sto con Pasolini (mi piace vincere facile): “Il moralista dice no agli altri, l’uomo morale solo a sé stesso”.

Ps: 8 Marzo 2016, Real Madrid-Roma. Possiamo cantare “Guti Guti maricon”?

LP