Nel piccolo impianto di Sasso Marconi intitolato alla memoria di Giacomo Carbonchi, atleta scomparso nel 2001 in un incidente stradale, arriva la capolista Modena. Ottima la presenza di pubblico che si aggira sui 1.700 spettatori circa a fronte di una capienza di 1.800. Resta solamente qualche lato libero dell’unica tribuna per il resto è quello che si direbbe “pubblico delle grandi occasioni”.

Da Modena arrivano tutti con mezzi propri vista anche la vicinanza: con l’uscita autostradale a servirla, in meno di un’ora di viaggio si arriva a Sasso Marconi, uno dei primi paesi collinari che sormontano Bologna.

Arrivo circa un’ora prima della partita con metà stadio già pieno. Mentre mi reco a ritirare il mio accredito, noto una buona presenza di carabinieri, forse persino esagerata per la categoria e sicuramente motivata dalla rivalità che divide gli ospiti al vicino capoluogo felsineo. Pagano pegno i tifosi, che vengono controllati scrupolosamente prima del loro ingresso nell’impianto.      

Tantissime le pezze attaccate alla recinzione e tre bandieroni di grosse dimensioni che offrono un ottimo colpo d’occhio dal punto di vista cromatico, mentre il suono di un tamburo restituisce un sottofondo ritmico sempre piacevole, specie se si considera che non dappertutto e non sempre così facilmente è possibile vederlo superare la censura di controlli spesso esasperati.

Tifo canoro invece di ottimo livello grazie ad una partecipazione numerosa in cui il contingente ultras spinge con cori, urla, battimani, offese contro l’arbitro (per alcune decisioni molto discutibili) e ovviamente contro Bologna, Cesena e anche contro la Reggiana, sconfitta nel turno precedente alla presenza di quasi 13.000 spettatori che per un incontro di serie D i cui numeri farebbero impallidire tanti match della tanto chiacchierata Serie A

Luigi Bisio